Cronaca

Torpignattara, minorenni vengono picchiati e derubati di una catenina d’oro

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Non conosce sosta l’impegno della Polizia di Stato nell’attività di prevenzione e repressione di quei reati che, data la loro pervasività, hanno un significativo impatto sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini.

Ecco tutti i dettagli

Nei giorni scorsi, gli uomini del Commissariato Viminale hanno arrestato un libanese di 28 anni per i reati di tentata estorsione, resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. La vittima ha riferito agli agenti di aver subito, poco prima, in via Gioberti, il furto del proprio cellulare. A quel punto ha provveduto a contattare la propria utenza telefonica a cui ha risposto un uomo, il quale ha dato inizio a una lunga trattativa  per la restituzione del telefono alla vittima, richiedendole infine il pagamento di 200 euro. I poliziotti hanno prontamente rintracciato il soggetto che, accortosi della loro presenza, si è dato alla fuga. Gli agenti, dopo un breve inseguimento sono riusciti a raggiungere l’uomo il quale, nel tentativo di sottrarsi alla cattura, ha iniziato a colpirli con pugni e calci, per poi essere bloccato. I poliziotti, a seguito della colluttazione, sono ricorsi alle cure mediche e refertati con tre giorni di prognosi.  L’arresto è stato convalidato e per l’uomo è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

In zona Appio invece, gli agenti del locale Commissariato, hanno eseguito una misura cautelare a carico di una coppia di giovani gravemente indiziati di due rapine aggravate nei confronti di due minorenni, avvenute la scorsa estate. I due, un uomo e una donna, rispettivamente di 21 e 20 anni, sono stati rintracciati dopo accurate indagini, all’interno di una casa occupata nel quartiere di Torpignattara. La misura cautelare, richiesta dalla Procura di Roma, è stata emessa a seguito di complesse indagini scaturite dopo la denuncia delle vittime che hanno raccontato di essere state malmenate e private entrambe della catenina d’oro da parte della giovane coppia. La prima rapina è avvenuta presso la stazione dei “Colli Albani” mentre l’altra a “Re di Roma” e, grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, è stato possibile riconoscere gli indagati. Per il 21enne è stata applicata la custodia cautelare in carcere mentre per la 20enne il Giudice ha disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza.   

I poliziotti del Commissariato Porta Maggiore invece hanno arrestato, in esecuzione dell’Ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, per rapina aggravata, un marocchino di 34 anni. Gli agenti, durante il servizio di controllo del territorio   nell’area del “Pigneto”, hanno riconosciuto l’uomo intento a camminare per strada. Lo stesso, alla vista dei poliziotti, ha tentato di fuggire  ma è stato prontamente bloccato.

Sempre gli uomini del Commissariato Porta Maggiore hanno arrestato, in esecuzione all’Ordine di Carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Roma, un cittadino serbo di 46 anni. Gli agenti, durante il servizio di controllo del territorio, hanno identificato l’uomo all’interno del parco del Torrione dove era stato appena aggredito. Dagli accertamenti è emerso che a carico dello stesso era pendente il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. L’uomo è stato accompagnato in ospedale per le cure del caso poi, dopo essere stato dimesso, è stato condotto in carcere.

Gli investigatori del VI Distretto Casilino hanno rintracciato un 33enne italiano e lo hanno arrestato in esecuzione all’Ordine di Carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma,  per espiazione della pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di rapina aggravata.

Sempre i poliziotti del VI Distretto Casilino hanno, altresì, rintracciato ed arrestato un cittadino italiano di 34  anni  in esecuzione del Provvedimento di Revoca di decreto di sospensione di ordine di esecuzione per la carcerazione e ripristino dell’ordine medesimo per il reato di ricettazione.

Ad ogni modo gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.