Sono le 13.00 del 28 novembre quando una pattuglia della polizia della sezione volanti intercetta una moto di grossa cilindrata che riconosce possa essere utilizzata da un uomo di loro conoscenza, che da tempo si era reso latitante poiché ricercato.
La vicenda
Gli agenti invertono la marcia intimando l’alt ma lo stesso, incurante della presenza di una scuola su via Grotta di Gregna, si dà alla fuga a grossa velocità grazie al potente mezzo di cui dispone. Gli agenti tallonano il fuggitivo, che nonostante la presenza di più semafori rossi e dell’intenso traffico data l’ora di punta, riesce a raggiungere la tangenziale est dove per riuscire a sottrarsi al fermo, va ad incidentare numerose autovetture in quel momento presenti.
Proprio sul bivio della tangenziale est, fra foro italico e San Giovanni, il fuggitivo fa un’inversione contromano sul tratto autostradale costringendo gli agenti a dover schivare le numerose autovetture provenienti dal giusto senso di marcia. Nel tratto della sopraelevata della Tangenziale Est l’inseguimento raggiunge un blocco stradale preventivamente predisposto da altre pattuglie sul territorio e proprio qui il fuggitivo va a incidentare contro le numerose autovetture e motociclette ferme per poi svoltare sulla sopraelevata direzione Prenestina, costantemente tallonato dalla volante.
Giunto all’Intersezione tra via prenestina e via Alberto da Giussano, nell’estremo tentativo di oltrepassare l’ennesimo semaforo rosso, la motocicletta va ad incidentare un’utilitaria, che impegnava correttamente l’incrocio, condotta dal nonno e nipotino appena uscito da scuola.
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La fuga non si fermava poiché il latitante fuggiva a piedi in direzione via Alberto da Giussano dove, invadendo una proprietà privata, riusciva ad arrampicarsi su un’impalcatura finché non veniva raggiunto dagli agenti ai quali opponeva una forte resistenza. Il giovanissimo, un diciannovenne di etnia rom, oltre che privo di patente risultava avere un mandato di cattura, motivo che lo ha spinto ad una fuga così estrema. Gli agenti, che riporteranno lesioni guaribili in sette giorni, trarranno in arresto il soggetto anche per i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, accuse per le quali è stato sottoposto a processo con rito abbreviato, così come richiesto dalla difesa, e condannato dal magistrato a 8 mesi di reclusione.
Per dovere di cronaca, e a tutela degli indagati, precisiamo che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
Foto di repertorio