Cronaca

Roma, estradata e arrestata latitante promotrice di un’associazione a delinquere

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Evasione fiscale a Colleferro, sequestrati beni per oltre 200mila euro

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, con il supporto del Comando Generale – II Reparto della Guardia di finanza, del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dell’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale della Polizia Criminale di stanza negli Emirati Arabi Uniti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto inserito nell’elenco dei 100 latitanti pericolosi e allo stato indiziato di reati associativi finalizzati al riciclaggio nonché a delitti tributari.

L’arresto

La latitante, estradata in Italia dopo la sua individuazione negli Emirati Arabi per effetto del monitoraggio
operato dagli specialisti della Guardia di finanza, è stata presa in consegna dalla Polizia di Frontiera di Fiumicino e dai finanzieri capitolini per la successiva traduzione presso la casa Circondariale “Rebibbia” di Roma.

Il provvedimento in esecuzione era stato emesso a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, in ragione delle quali, nel 2017, il Nucleo di polizia economico finanziaria aveva sottoposto a sequestro beni mobili e immobili, partecipazioni e numerose società, per un valore complessivo di oltre 40 milioni di euro nei confronti di un noto faccendiere romano. Quest’ultimo, con centro di interessi economici nel territorio italiano, era dedito al trasferimento fraudolento di valori anche mediante operazioni di riciclaggio internazionale.

Successivamente, nel 2018 il Tribunale di Roma aveva emesso ordinanza di applicazione di misure cautelari
personali nei confronti, tra gli altri, della latitante tratta oggi in arresto, convivente del faccendiere, la quale si
rendeva irreperibile.

L’attività di servizio è il frutto del costante presidio offerto dal Corpo, in sinergia con l’Autorità giudiziaria, a
contrasto dell’evasione fiscale e dei fenomeni di riciclaggio, che costituiscono grave ostacolo allo sviluppo
economico e rappresentano un freno alle prospettive di ripresa e rilancio dell’economia nazionale.

I provvedimenti sono stati emessi nell’ambito della fase delle indagini preliminari, allo stato delle attuali
acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di non colpevolezza.

Per dovere di cronaca, e a tutela degli indagati, precisiamo che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

Foto di repertorio