Cresce l’ammontare sul 2021 (+2 miliardi), ma a trainare è l’aumento del numero di occupati. Boom della quota usata per pagare utenze e altri conti (+47%). Tengono gli acquisti (oltre 20 miliardi di euro -1,8% sul 2021), ma è in forte calo la quota dedicata al risparmio (-19,2%)
Cresce la tredicesima, ma cresce anche il peso delle bollette e dei conti in sospeso. Dopo il crollo del 2020 e il leggero aumento del 2021, quest’anno l’ammontare della mensilità aggiuntiva dovrebbe arrivare a 45,7 miliardi di euro, oltre 2 miliardi in più rispetto allo scorso dicembre, grazie all’incremento del numero di occupati dipendenti. La quota destinata alle bollette, complice il caro-energia, aumenta però del +47,1%, per un totale di quasi 15 miliardi, 5 miliardi in più del 2021 e un terzo dell’ammontare complessivo delle tredicesime. A stimarlo è Confesercenti.
La tredicesima resta comunque un’iniezione di liquidità che dovrebbe generare almeno 20,6 miliardi per gli acquisti nel periodo delle feste, anche se la cifra è in leggero calo rispetto i livelli del 2021 (-1,8%). Di questi, 15,4 miliardi andranno sulle spese per casa e famiglia, mentre 5,2 miliardi ai regali di Natale. Secondo stime Confesercenti, elaborate a partire da sondaggi sui consumatori condotti con SWG e IPSOS, quest’anno si spenderanno in media per i regali 197 euro, un budget minore di 39 euro rispetto al 2021. Più decisa la diminuzione, invece, della parte di tredicesima che gli italiani destineranno al risparmio: quest’anno poco più di 10 miliardi di euro, -19,2% (-2,4 miliardi) rispetto al 2021.
Il caro energia, dunque, frena la spinta della tredicesima sui consumi, la cui ripresa è necessaria per far ripartire la crescita e l’economia del Paese. Resta uno scenario carico di incognite: caro bollette e inflazione record riducono il potere di acquisto delle famiglie, costrette così ad affrontare il periodo natalizio con un budget condizionato da prezzi e spese fisse. E oltre al rallentamento della spesa delle famiglie, le imprese dovranno fronteggiare anche l’aumento dei tassi di interesse, che certo non favorirà né i bilanci delle attività economiche né la ripresa dei consumi. Dopo la manovra di bilancio, sarà necessario mettere al centro dell’azione di governo interventi per sostenere e rilanciare la domanda interna.