I Carabinieri della Stazione di Roma Settecamini, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato un 28enne italiano, gravemente indiziato di aver rapinato un esercizio commerciale.
Secondo quanto dichiarato da numerosi testimoni presenti, il 28enne, armato di un’ascia, è entrato all’interno di un bar situato sulla Tiburtina intimando alla cassiera di consegnare il denaro e i gratta e vinci esposti. La cassiera, impaurita, non ha opposto resistenza ed ha consegnato quanto richiesto: tuttavia, l’uomo non aveva fatto i conti con un cliente del bar e con l’addetto alla sicurezza che, già dal suo ingresso, ne stava studiando i movimenti.
L’indagato pensava di poter scappare indisturbato, ma su di lui si sono avventati un cittadino macedone di 19 anni – da molto tempo residente in Italia e cliente abituale del bar – e un cittadino del Gambia di 33 anni, addetto alla sicurezza. Durante la colluttazione, interamente ripresa dal sistema di videosorveglianza del bar, è spuntato un coltello con cui il 28enne italiano è stato ferito.
I Carabinieri della Compagnia di Tivoli, allertati da numerose segnalazioni, sono immediatamente giunti sul posto arrestando l’uomo che, ferito ad una gamba, è stato traportato in ospedale per le cure del caso.
Il bottino è stato interamente recuperato e restituito dai Carabinieri alla titolare del bar.
Una volta dimesso dall’ospedale, l’arresto è stato convalidato dal Tribunale di Roma e per l’indagato è stato disposto il trasferimento in carcere, in attesa di processo.
Per dovere di cronaca, e a tutela degli indagati, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indagati.