Cronaca

Guidonia Montecelio, aggredisce e deruba l’ex: nei guai un 53enne

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Nell’ambito di un’altra attività di indagine, attinente la delicata materia del “CODICE ROSSO”, il 14 gennaio 2023 lo stesso pool specializzato nella violenza di genere e minori del Commissariato Distaccato di Tivoli, coordinati dal “Gruppo uno” di questa Procura, ha dato esecuzione alla misura cautelare coercitiva personale nei confronti di B.G., 53enne residente a Guidonia Montecelio, gravemente indiziato di pesanti maltrattamenti familiari nei confronti della convivente di anni 58, acuiti dallo smodato uso di sostanze stupefacenti.

I dettagli sulla vicenda

L’indagato maltrattava quotidianamente la sua compagna, sottoponendola a continue aggressioni fisiche e morali, instaurando un sistema di vita familiare doloroso e avvilente e provocando nella vittima un grave stato di assoggettamento e paura.

Anche in questo caso gli approfondimenti investigativi hanno permesso di raccogliere gravi e circostanziati indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo che, in un’occasione, si era persino introdotto dalla finestra nell’abitazione della vittima dopo che la donna aveva interrotto quell’insana relazione e, agendo con efferata violenza, l’aveva rapinata della somma di 400 euro e di una carta di credito.

Quanto raccolto nel corso delle indagini ha consentito al G.I.P del Tribunale di Tivoli, su richiesta della Procura, di emettere nei confronti dell’indagato un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa con l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo (cd braccialetto).

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Nonostante la misura coercitiva appena notificata, l’uomo ha tuttavia reiterato le condotte vessatorie tempestando la vittima con telefonate minacciose, tanto che il Giudice del Tribunale, non ritenendo più adeguata la misura applicata, ha sostituito il divieto di avvicinamento con la custodia cautelare in carcere, provvedimento tempestivamente eseguito dalla polizia giudiziaria delegata.

Per dovere di cronaca, e a tutela degli indagati, precisiamo che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

Foto di repertorio