Roma. La Polizia di Stato, a seguito di approfondite indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di un allenatore di basket. L’uomo è gravemente indiziato del reato di violenza sessuale su minori.
Cosa è successo
La scorsa notte gli investigatori della Polizia di Stato della IV Sezione della Squadra Mobile di Roma, specializzata nel contrasto ai reati di violenza di genere e in danno di minori, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un italiano, gravemente indiziato di violenza sessuale aggravata e continuata, con recidiva specifica, su un ragazzo minorenne, disposta dal GIP all’esito di una complessa attività investigativa diretta dalla Procura di Roma.
L’uomo, con più azioni compiute in tempi diversi, abusando del ruolo di allenatore e aiuto allenatore che svolgeva presso una nota società sportiva di basket, e comunque con violenza, avrebbe costretto un giovane atleta del club sportivo a compiere e subire atti sessuali.
La delicata indagine è stata avviata grazie alla segnalazione di alcuni collaboratori della società sportiva capitolina, insospettiti per alcuni atteggiamenti ambigui e inopportuni dell’uomo nei confronti di alcuni giovani atleti, anche infraquattordicenni.
Le indagini hanno consentito di riscontrare che, in orari serali, negli ultimi anni, alcuni minori venivano invitati dall’allenatore nei locali della foresteria ove lui alloggiava, con la scusa di effettuare massaggi terapeutici, pur non essendo un fisioterapista, o di confrontarsi sugli schemi di gioco.
L’indagato era già stato condannato, con sentenza irrevocabile, per violenza sessuale aggravata in danno di minori, per fatti analoghi commessi sempre in ambito sportivo in altra località dell’Italia centrale.
L’uomo, al rientro da un viaggio all’estero, è stato rintracciato dagli agenti della Squadra Mobile che lo hanno condotto presso la casa Circondariale di Regina Coeli.
Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.