Attualità

Oltre un milioni di topi positivi al Covid: ecco dove e lo studio

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
Topi roma sima

Milioni di topi che popolano le strade di New York City, potrebbero rappresentare una nuova minaccia. Secondo uno i ricercatori di uno studio americano, i roditori potrebbero essere veicolo del Covid.

Topi positivi al Covid: lo studio

In passato è stato dimostrato che il virus può contagiare animali domestici, come cani e gatti, grandi felini e alcuni animali selvatici. Il passaggio da questi animali all’uomo non è mai stato verificato e, anche nel caso dei topi, è probabile sia molto raro. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che i roditori sono molto sensibili al virus e a tutte le sue varianti. Il suo team di ricercatori ha esaminato 79 ratti nell’autunno del 2021, trovati principalmente nei parchi di Brooklyn. Tredici di loro (16,5%) sono risultati positivi. Espandendo il tasso di positività alla popolazione di roditori di tutta New York (circa 8 milioni), i ricercatori hanno ipotizzato che circa 1,3 milioni di topi potrebbero essere infetti.

Quello che preoccupa gli scienziati è che i roditori non solo possano contagiare le persone ma che possano diventare un veicolo di sviluppo di nuove varianti. “Questo è uno dei primi studi a dimostrare che le varianti SARS-CoV-2 possono contagiare la popolazione di roditori in una delle principali aree urbane degli Stati Uniti”, ha detto il capo della ricerca, il dottor Henry Wan, dell’università del Missouri.

LEGGI ANCHE – Donna dichiarata morta 31 anni fa ritrovata viva all’età di 83 anni all’estero

“È molto probabile che i topi svolgono un ruolo importante nell’evoluzione delle varianti Alpha, Delta, Omicron, che potrebbe provocare l’emergere di nuove varianti”, ha sottolineato il team. Ma, ha avvertito il professor Wan, servono altri studi per capire quale minaccia rappresentano i roditori nello sviluppo di nuove mutazioni e nei confronti dell’uomo.

Lo studio, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato pubblicato su “mBio”, rivista scientifica bimestrale ad accesso aperto peer-reviewed pubblicata dall’American Society for Microbiology in associazione con l’American Academy of Microbiology.

Foto di repertorio