Cronaca

Monterotondo: “Ne*ro di m***a”: aggredito e picchiato 30enne. Denunciati giovani, tra cui due minorenni

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I Carabinieri della locale Stazione hanno identificato e denunciato in stato di libertà 4 giovani del posto, presunti autori di un’aggressione a sfondo razziale nei confronti di un cittadino di Monterotondo di 30 anni, cittadino italiano ma figlio di una coppia di Capo Verde.

Ecco tutti i dettagli

Il 13 febbraio 2023 un freelance di cronaca locale sportiva residente alla Scalo aveva denunciato ai Carabinieri un’aggressione fisica e verbale subita il giorno precedente alle ore 01:00 circa a Monterotondo, quando, sceso sotto casa nel cuore della notte per incontrare un amico, incrociando un gruppo di ragazzi che passavano di lì casualmente, senza alcun apparente ragione di astio o ragione sottesa, era stato dapprima apostrofato con la frase “negro di m….” e successivamente picchiato, con conseguenti lesioni al torace, alla gamba ed al volto, guaribili in 10 giorni.

A seguito della denuncia della vittima, i Carabinieri di Monterotondo hanno condotto una serrata indagine tesa a ricostruire quanto accaduto quella notte, ricorrendo anche ad attività c.d. tecniche, dopo i sopralluoghi nella zona dove la vittima aveva indicato quale luogo esatto dell’aggressione.

Oltre alle indagini tecniche, fondamentale per identificare gli autori si è rivelata l’indicazione da parte della vittima di un cane condotto al guinzaglio da uno dei ragazzi dal medesimo gruppetto di aggressori. Così i Carabinieri di Monterotondo hanno identificato i presunti autori, uno dei quali possessore di un cane della medesima razza e fattezze descritte dalla vittima, denunciandoli alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli per avere, in concorso tra loro, aggredito in strada un passante, cagionandogli lesioni personali guaribili in 10 giorni ma aggravate dalla finalità di discriminazione o odio razziale. Si tratta di quattro ragazzi del posto, due dei quali maggiorenni (classe 2002 e 2003) già noti ai Carabinieri per atti di intemperanza ed atteggiamenti da “bulli”, mentre gli altri due sono addirittura minorenni (entrambi classe 2005) per cui sono stati altresì segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minori di Roma.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.