Una persona può decidere di lasciate tutti o una parte dei propri beni a uno o più enti benefici così da poterli sostenere.
Chi sceglie di fare un lascito solidale può farlo per supportare attività umanitarie, culturali, scientifiche, sanitarie o sociali, donando così i propri bene alle società non profit, le fondazioni e le associazioni che lavorano in determinati campi.
Forme testamentarie previste per il lascito solidale
Cos’è un testamento solidale? Per approfondire meglio il tema occorre prima di tutto sapere quali sono le varie forme testamentarie che il nostro ordinamento giuridico prevede.
Ci sono infatti il testamento pubblico e segreto, entrambi devono essere redatti sempre attraverso un notaio, altrimenti c’è il testamento olografo che può essere depositato presso un notaio oppure una persona di fiducia.
Quando scegli di lasciare i tuoi soldi e i tuoi beni a un ente solidale puoi decidere di farlo a titolo universale, quindi sotto forma di istituzione di erede, oppure a titolo particolare, cioè sotto forma di legato.
I vincoli per il lascito solidale
Al lascito solidale possono essere apportati dei vincoli, proprio come succede in caso di eredi. Tale vincolo può avvenire con condizioni oppure degli onori a carico del legatario o l’erede.
Normalmente chi decide di lasciare i propri beni a un’associazione umanitaria, una fondazione o una società non profit lo fa con il preciso obiettivo di far impegnare l’ente a utilizzare il denaro esclusivamente per una specifica attività.
Cosa succede agli eredi?
Chi decide di fare un lascito solidale deve sempre tenere in considerazione gli eredi, evitando di ledere le loro quote ereditarie.
L’ordinamento giuridico italiano infatti prevede ben due tipologie di eredi. Da una parte ci sono gli eredi legittimi, cioè quelli che possono ereditare, dall’altra invece ci sono gli eredi legittimari, cioè coloro che devono necessariamente ereditare.
Proprio parlando di eredi legittimi occorre specificare che la legge riserva una parte del patrimonio ereditario a queste persone. Parliamo di figli e coniugi e, in assenza di figli, i genitori.
Ognuno di questi soggetti deve ricevere una quota in base a quanti sono al momento dell’apertura di successione. Se per esempio chi muore ha un coniuge e due figli, la divisione è di 1/4 del patrimonio a testa. Resta quindi disponibile 1/4 del totale che può essere lasciato liberamente a chi desidera, vale a dire anche ad enti benefici.
Come funziona la tassazione del testamento solidale
Tutti quanti i lasciti solidali non sono soggetti a imposte. Secondo quando viene ribadito nel Codice del Terzo Settore del 2017 infatti, tutto ciò che viene lasciato in eredità agli enti con scopi di utilità sociale non può essere tassato.
Se viene fatto un testamento a un ente non qualificato come onlus il discorso cambia in parte. In questo caso infatti l’esenzione delle imposte avviene esclusivamente se l’ente dimostra entro 5 anni di aver impiegato il lascito come indicato dal disponente.
Nel testamento infatti deve essere sempre indicato correttamente il motivo, perché altrimenti può essere annullato. In poche parole il testatore deve scrivere per esempio che lascia i soldi per affrontare l’emergenza sanitaria in Kenya, qualora però l’ente a cui sta lasciando i soldi non si occupa di questo, ecco che tale errore può portare gli eredi a poter impugnare il testamento per invalidità.
Gli eredi legittimari possono decidere di impugnare il testamento anche quando il lascito solidale supera la quota disponibile. In questo caso il testamento resta valido, però possono intentare l’azione di riduzione rivolgendosi al giudice al fine di dichiarare inefficace la parte eccedente.