Cronaca

Roma, controlli tra Termini e Castro Pretorio: tutte le sanzioni emesse e le motivazioni

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Roma, controlli tra Termini e Castro Pretorio: tutte le sanzioni emesse e le motivazioni

Nel corso del fine settimana, i Carabinieri della Compagnia Roma Centro, unitamente ai colleghi del Gruppo di Roma, del Nucleo Cinofili Santa Maria di Galeria e quelli del Gruppo Tutela Salute di Roma, hanno eseguito mirate verifiche nelle attività commerciali del centro storico e presso le aree di maggior affluenza e durante la movida, al fine di garantire maggior sicurezza alle tante persone che nel weekend hanno affollato le strade della Capitale, cosi come pianificato in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Il bilancio dell’attività è di 380 persone identificate, 122 veicoli controllati e decine di esercizi commerciali e locali ispezionati.

Dieci persone sono state denunciate a piede libero: un 58enne bulgaro, senza fissa dimora, che nel corso di un controllo ha opposto resistenza alle operazioni di identificazione; tre cittadini stranieri trovati in possesso di un coltello nel corso di una lite tra loro; un 16enne algerino, senza fissa dimora e con precedenti, sorpreso dai Carabinieri mentre stava tentando di fare acquisti in un negozio di abbigliamento con una carta di credito risultata rubata; un 39enne italiano per la violazione del decreto di ritorno nel Comune di Roma e 4 cittadini, tutti senza fissa dimora e già noti alle forze dell’ordine, per non aver ottemperato al Daspo Urbano già emesso a loro carico.

I Carabinieri hanno poi sanzionato, per un totale di 6.500 euro, i titolari di due attività commerciali in zona Castro Pretorio: un ristorante per carenze igienico sanitarie, per la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo (HACCP) e per la mancata tracciabilità delle derrate alimentari e un minimarket per la mancata applicazione delle procedure di autocontrollo (HACCP).

Sanzionate anche 8 persone per la violazione del decreto di allontanamento (Dacur comunale) dall’area della stazione ferroviaria di Roma Termini.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.