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Antonio Ligabue a Roma: più di 100 opere in mostra al Vittoriano

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Dall’11 novembre all’8 gennaio 2016, il Complesso del Vittoriano – Ala Brasini di Roma ospita la mostra “Antonio Ligabue” (1899-1965). Un’artista tormentato, che in vita non ha conosciuto fama, se non durante gli anni che precedono la sua morte, grazie alla mostra che fu realizzata per lui nel 1961 dalla Galleria La Barcaccia di Roma. Dopo cinquantacinque anni, quindi, Ligabue torna nella Capitale, in una mostra che permette di conoscere ed ammirare più di 100 delle sue opere, e che propone un excursus storico e critico su quello che nel 1961 era ormai noto come “il caso Ligabue”. Articolata in tre sezioni cronologiche, dagli anni ’20 agli anni ’60 del Novecento, l’esposizione ricostruisce la produzione artistica e la vita privata dell’artista, nato in Svizzera ma vissuto a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia. Per quest’occasione, sono state esposte opere inedite, mai viste e mai esposte prima, che raccontano la grande produzione dell’artista, che non ci ha lasciato solo dipinti, ma anche sculture, incisioni e disegni, risultando geniale in tutte le forme d’arte da lui sperimentate.

I soggetti più ricorrenti nelle sue opere sono animali predatori, feroci ed esotici, le lotte tra loro, e la sua stessa immagine: celebre infatti è la serie dei suoi autoritratti, nei quali racconta il suo volto e la sua identità di uomo e di artista. I suoi quadri sono lo specchio della sua vita difficile e tormentata, tra la solitudine e le tragedie che lo hanno segnato, come l’abbandono in tenera età, l’espulsione dal paese natio, i vari ricoveri in cliniche psichiatriche dovuti ai suoi disturbi mentali, la vita da barbone condotta sugli argini del Po. Non mancano altri soggetti, seppur rari, come scene di vita agreste e scene di paesaggi svizzeri, dove egli sempre vorrà tornare, in cui la visione dell’artista sembra essere più serena e pacificata.

La mostra è promossa dalla Fondazione Museo Antonio Gualtieri e dal Comune di Gualtieri, curata da Sandro Parmiggiani, direttore della stessa Fondazione, e da Sergio Negri, presidente del comitato scientifico, con l’organizzazione generale di Arthemisia Group e C.O.R. Creare-organizzare-realizzare, sotto il patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Fondazione Federico II di Palermo.

“Ligabue non era un naïf, non era un folle e non era un artista maledetto, era solo un geniale artista” ha commentato Sandro Parmiggiani. Ligabue, infatti, non era un pittore scientificamente sprovveduto o ingenuo, come si è creduto per anni, ma un pittore autodidatta dotato di genio assoluto che studiava il mondo animale, che conosceva i musei e che aveva amicizie influenti dal punto di vista artistico ed intellettuale. Fu, infatti, grazie all’amico pittore Renato Marino Mazzacurati, esponente della Scuola Romana, che egli imparò l’utilizzo dei colori a olio, riuscendo a valorizzare il suo talento. Tra le opere più celebri esposte troviamo Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero (1956-1957), Tavolo con vaso di fiori (1956), Gorilla con donna (1957-1958), Autoritratto con berretto da fantino (1962).

Per ulteriori informazioni sulla mostra Antonio Ligabue a Roma e sulle prenotazioni vi invitiamo a consultare il sito www.ilvittoriano.com o a chiamare il numero 068715111.

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