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Comitato residenti Colleferro: “La bonifica nell’area degli inceneritori è incagliata”

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Comitato residenti Colleferro: "La bonifica nell'area degli inceneritori è incagliata"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato residenti Colleferro.

Il comunicato stampa

CROMO ESAVALENTE A COLLE SUGHERO. A che punto si è arenato il procedimento del SIN (sito di interesse nazionale da bonificare) nell’area dove sono ubicati i due inceneritori di Lazio Ambiente spa ed E.PI Sistemi spa di Colleferro?

Nelle acque sotterranee afferenti gli inceneritori è stato riscontrato il superamento dei valori di cromo esavalente (metallo tossico e cancerogeno tra i più pericolosi per l’ambiente e la salute dell’uomo), che presuppone la celere messa in sicurezza del sito.

Nel 2021 il Comitato residenti Colleferro aveva chiesto al Ministero dell’Ambiente notizie riguardanti l’accertamento del cromo esavalente a colle Sughero, la messa in opera di una serie di interventi e lo stato di avanzamento dell’iter amministrativo, con la legittima aspettativa di un’azione sollecita del Comune. L’Amministrazione invece è rimasta oziosa, nonostante non risultino agli atti la relazione sullo stato di avanzamento degli interventi (doveva essere presentata nel 2021) e le attività di caratterizzazione.

Dalla documentazione che alcuni giorni fa ci ha trasmesso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica si evidenzia “che ad oggi non risultano essere stati acquisiti i documenti richiesti (alle società e ad Arpa Lazio) e se ne sollecita, pertanto, l’invio entro e non oltre sette giorni dal ricevimento della presente” e si invita “la Società ad ottemperare alle richieste avanzate dall’Arpa nei tempi più brevi possibili.” Inoltre, il Ministero ha sollecitato Arpa a convocare il Tavolo tecnico per definire le tempistiche e proseguire nel procedimento di bonifica e nei monitoraggi. Il timore che il procedimento si fosse arenato è apparso giustificato.

In precedenza avevamo informato la cittadinanza che dagli atti documentali acquisiti da Arpa era emersa una ulteriore estensione della contaminazione, nella misura del triplo rispetto ai limiti di legge, con diversi e ripetuti superamenti dei livelli di concentrazione degli inquinanti. Nonostante l’urgenza di indagare su tale propagazione, Comune e Regione non hanno adottato le necessarie tutele ed informazioni sulle sostanze contaminanti presenti nelle acque di falda e nel sottosuolo di colle Sughero.

Ricordiamo anche che nell’Accordo quadro per il risanamento del SIN, firmato tra Regione e Ministero dell’Ambiente, per avviare le prime caratterizzazioni, bonifiche e interventi prioritari da completare entro dicembre 2023, non è rientrato colle Sughero, senza che questo abbia fatto saltare dalla sedia i nostri Amministratori comunali.

Seguiremo insieme il lento procedere dell’iter, ma finchè la bonifica non sarà completata – come detto più volte – è escluso qualsiasi utilizzo del sito, che interferisca con gli interventi di bonifica, anche da parte della stessa Regione, il cui Piano rifiuti prevede la realizzazione di un compound industriale in un’area nella disponibilità di Lazio Ambiente spa, vedi colle Sughero. Quindi, qualsiasi nuova azione dovrà essere autorizzata dal Ministero dell’Ambiente, anche nel caso di dismissione di Lazio Ambiente spa, proprietaria dell’immobile. L’inadempienza ed il ritardo degli Enti pubblici è molto grave, in particolare ci domandiamo cosa abbia fatto il Sindaco Sanna, oltre alle declamazioni in Consiglio comunale, per difendere il proprio territorio e la salute dei cittadini.

SMANTELLAMENTO DEGLI INCENERITORI. A noi risulta che lo sgombero e lo smantellamento (escluso con certezza il riallestimento altrove?) degli inceneritori da parte della società Ing.Am.srl, che si è aggiudicata il bando di gara, sia iniziato. Ce lo chiedete in molti, mossi da un sentimento di contentezza misto a dubbi, appena offuscato dalla mancanza di informazioni da fonti ufficiali, quali Regione, Lazio Ambiente spa o almeno dall’Amministrazione comunale che, di tutto parlano, tranne di questa colossale operazione. Comportamento sospetto di fronte ad un fatto di importanza non trascurabile per buona parte della cittadinanza, che ha combattuto per questo risultato. La nostra soddisfazione non è intaccata dal silenzio generale, a cui ci hanno abituato, quanto da alcuni interrogativi che ci poniamo e non da ora.

REVAMPING. L’operazione di ricapitalizzazione di Lazio Ambiente spa di 12.600.000 €, investimento in parte destinato al revamping (ammodernamento) degli inceneritori (3.500.000 per l’impianto di Lazio Ambiente e altri 3.500.000 per quello di E.PI Sistemi) sembra archiviata. Non per noi che recentemente abbiamo investito della questione le Autorità competenti al fine di verificare l’utilizzo e la destinazione di tali risorse pubbliche alla luce degli avvenimenti successivi che non hanno visto la ristrutturazione degli inceneritori.

COMPOUND INDUSTRIALE. Nelle linee strategiche del Piano di gestione dei rifiuti il compound industriale di Colleferro è uno dei cardini, anzi è “il fulcro del Piano industriale di Lazio Ambiente spa”. Per realizzarlo la Regione ha dismesso i due inceneritori per riconvertirli in questo nuovo impianto, incentrato sul garantire ingenti mole di rifiuti non differenziati in arrivo anche da Roma, localizzabile a Colleferro Scalo.

Possiamo tirare un sospiro di sollievo? Dipende, la Regione non ha ritirato il progetto del compound e prima di considerarci in salvo dovremmo dirimere alcune questioni. La Regione ha ignorato che per oltre 15 anni gli inceneritori sono stati al centro delle lotte ambientali della valle del Sacco e che la loro dismissione, a conclusione di questa fase conflittuale, ha portato a riconvertirli nel compound, con la differenza che ora i rifiuti invece di essere bruciati verrebbero recuperati (cosa si recupera dallo scarto?) e in parte utilizzati per produrre combustibile “da avviare alla termovalorizzazione ad alto valore calorico”.

Il luogo di ubicazione del compound è ignoto e avvolto nel mistero. A noi risulterebbe che Colle Sughero – area di proprietà di Lazio Ambiente spa – sovrastante il quartiere di Colleferro scalo, sia candidabile e che la superfice interessata è di circa 52 mila mq. Neanche il Comune di Colleferro è sembrato interessato a dare chiarimenti alla cittadinanza, preferendo il silenzio, sicuramente imbarazzato dall’eventuale arrivo di rifiuti anche da Roma.

Il Sindaco Sanna, che in conferenza stampa ha dichiarato: “Non daremo mai un terreno del Comune per realizzare un compound”, sa bene che colle Sughero è nella disponibilità della società. E’ dunque indispensabile un suo chiarimento sul Documento Unico di Programmazione (DUP) 2021-2023, approvato dal Consiglio comunale, il quale alla voce “Inceneritori” prevede lo smantellamento dell’impianto e lo studio delle necessarie attività di bonifica per recuperare urbanisticamente la collina restituendola alla città.

Fonti informate e vicine all’Amministrazione comunale in questi anni ci hanno considerato “allarmisti”, convinti che il progetto resterà sulla carta, come a voler dire che è inutile agitarsi tanto e protestare.

Possiamo pure sentirci fuori pericolo, ma qualsiasi tentativo, anche solo sulla carta, di tornare ad avvelenare la valle del Sacco – invece di imprimere una accelerazione alla bonifica per recuperare urbanisticamente la collina restituendola alla città in modo da riprendere la previsione del DUP – deve essere respinto con forza e determinazione.

Gli “Indicatori di Salute della Popolazione Residente nel SIN Valle del Sacco” su mortalità e tumori maligni (https://deplazio.shinyapps.io/ValledelSacco/) e la mancata salvaguardia della “salute specie dei gruppi sociali più deboli, di offrire l’assistenza sanitaria adeguata, e di garantire un continuo monitoraggio epidemiologico e sanitario” (https://www.deplazio.net/it/rapporti/doc_download/285-) dimostrano che la condanna pende sulla nostra testa e sui figli di questo territorio. Oltre il danno la beffa: non vogliamo sopportare oltre al sacrificio dei nostri cari e del territorio anche l’oltraggio e l’offesa di un finto progetto di riconversione.

Ina Camilli, rappresentante Comitato residenti Colleferro      

Foto di repertorio di Colleferro