Cronaca

Terracina, abusa di due ragazzine: arrestato l’educatore di una parrocchia

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Nella giornata di ieri i poliziotti del Commissariato di P.S. di Terracina  dando esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal  G.I.P. presso il Tribunale di Latina  Dott.ssa Giorgia CASTRIOTA,  su richiesta del Sostituto Procuratore Dott. Valerio DE LUCA, hanno tratto in arresto  un uomo classe 87′ indagato per il reato di atti sessuali con minorenne.

Ecco cosa è successo

L’esecuzione in argomento è scaturita da una intensa attività investigativa che ha tratto  origine dalla denuncia presentata dal genitore di una delle vittime, all’epoca dei fatti non ancora quattordicenne.

Dalla denuncia è emerso che la figlia aveva confidato di essere stata oggetto di violenza sessuale da parte di un ragazzo impegnato nell’attività di educatore presso il Discepolato di una parrocchia cittadina e presso un’associazione di volontariato, luoghi entrambi  frequentati anche dalla minore.

Nel corso dell’indagine è emerso inoltre che  anche un’altra ragazza, frequentante sia il Discepolato che l’associazione di volontariato e all’epoca dei fatti 16 enne, era stata oggetto di identiche attenzioni sessuali da parte dell’indagato, con il medesimo modus operandi.

Quest’ultimo infatti, frequentando le minori per più giorni alla settimana e agendo quale persona a cui le minori erano affidate per ragioni di educazione, inviava e richiedeva alle stesse foto e filmati dall’esplicito contenuto sessuale, fino a creare le occasioni per rimanere solo con le predette vittime e in quelle occasioni abusare sessualmente di loro.

I gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati hanno portato il G.I.P. del Tribunale di Latina ad accogliere la richiesta di Misura cautelare avanzata dal P.M. titolare dell’indagine e supportata dagli oggettivi riscontri degli investigatori.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

Foto di repertorio