Si era reso responsabile di un’ attività di gestione illecita di rifiuti, con raccolta e trasporto abusivo di rifiuti speciali, l’uomo di 65 anni fermato dalla Polizia di Roma Capitale, Gruppo Spe ( Sicurezza Pubblica Emergenziale), privo dei necessari titoli abilitativi in materia ambientale.
Roma, 65enne fermato dalla Polizia Locale
Il soggetto, infatti, non è stato in grado di esibire alcuna documentazione o di fornire le informazioni dovute per legge ai fini della tracciabilità, origine, provenienza e destinazione di quanto trasportato.
L’ autocarro, con cassone ribaltabile del quale si serviva, era stato più volte ripreso dalle registrazioni acquisite dal sistema di videosorveglianza, nel corso di molteplici trasporti abusivi di rifiuti da demolizione edilizia, che venivano abbandonati in modo incontrollato sulla pubblica via, in zona Collatina.
Gli agenti, durante un normale servizio d’istituto, finalizzato al contrasto degli illeciti ambientali in zona La Rustica, sono riusciti ad intercettare il veicolo che, sulla base dei rilevi fotografici acquisiti, corrispondeva ai reiterati eventi di abbandono incontrollato di ingenti quantitativi di rifiuti speciali.
Dopo un breve inseguimento, il personale operante ha raggiunto e sottoposto a controllo l’autocarro, con conseguente identificazione del conducente, mettendo sotto sequestro il mezzo e tutto il carico di rifiuti trasportati illecitamente, costituiti da rifiuti metallici e RAEE (spezzoni di tubi e di lamiere in alluminio, matasse aggrovigliate di cavi elettrici e varie apparecchiature elettriche).
Il soggetto è stato denunciato e dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria per i reati ambientali commessi. A suo carico saranno attivate anche le procedure amministrative necessarie per consentire la rimozione dei rifiuti abbandonati, a sue spese.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.