Cronaca

Roma, sequestrati 500 kg di cibo avariato in un ristorante: i controlli tra Centocelle e Prenestino

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Prenestino, sequestrati 500 kg di cibo avariato in un ristorante: i controlli

Nelle ultime ore, i Carabinieri della Compagnia Casilina hanno eseguito una serie di controlli nel quartiere Prenestino. Arrestata una donna, denunciate a piede libero due persone e sanzionate amministrativamente altre 4. In totale sono state identificate 126 persone, sono stati controllati 65 veicoli e ispezionati 7 esercizi commerciali.

Prenestino e Centocelle, i controlli dei Carabinieri

Arrestata dai Carabinieri una 52enne nigeriana perché da un controllo alla banca dati è risultata destinataria di un ordine di carcerazione dovendo espiare una pena di 3 mesi e 28 giorni di reclusione, per reati contro il patrimonio, così come disposto dal Tribunale di Viterbo.

In via Lepetit, un 44enne romano è stato trovato in possesso di strumenti di effrazione e di un coltello a molla ed è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.

In via delle Robinie, a seguito di un controllo ad un ristorante, i Carabinieri hanno denunciato e sanzionato amministrativamente il titolare per aver impiegato due lavoratori irregolari sul territorio nazionale, in quanto privi del permesso di soggiorno. Il titolare è stato sanzionato anche per 38.000 euro per violazioni in materia di conservazione e tenuta degli alimenti. I Carabinieri hanno sequestrato 500 kg circa di cibo avariato, dal valore di oltre 30 mila euro.

Un 18enne romano è stato invece fermato dai Carabinieri in via delle Province e trovato in possesso di 2 g di hashish e per questo motivo è stato segnalato quale assuntore di sostanze stupefacenti alla Prefettura di Roma.

Due cittadini del Bangladesh, un 44enne titolare di un minimarket e un 46enne gestore di una macelleria e generi alimentari, sono stati sanzionati amministrativamente dai Carabinieri, per un totale di 5.000 euro, per il mancato rispetto dei divieti imposti in materia di imballaggi. Sequestrate buste non biodegradabili per un peso complessivo di circa 25 kg.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.