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Polizia Locale, la “rivolta dei marescialli”. SULPL: “Roma rispetti la legge e riconosca i gradi previsti”

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Polizia Locale, la "rivolta dei marescialli". SULPL: "Roma rispetti la legge e riconosca i gradi previsti"

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del SULPL, il Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale.

La nota stampa del SULPL

Desta sconcerto tra i caschi bianchi romani, la busta paga del mese di Aprile che, in ottemperanza al nuovo Contratto Collettivo, vede sparire le fasce di anzianitá nelle diverse categorie. Il problema appare particolarmente sentito dai colleghi più anziani nella categoria “Istruttori”, i quali stando alle nuove norme, dovrebbero staccare dal petto e dalle spalline le insegne distintive c.d. “da maresciallo”, pure a tutt’oggi previste da un regolamento del Corpo che, sebbene vigente, appare non più in linea con il nuovo contratto nazionale.

A renderlo noto il SULPL ( Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), che in una nota del Segretario Romano Aggiunto Marco Milani, attacca l’amministrazione sulla mancata applicazione della Legge Regionale del Lazio.

“Siamo al paradosso: mentre anche i più piccoli Comuni della regione vedono nella categoria “Istruttori” figure come assistenti, sovrintendenti ed ispettori, a Roma Capitale, operatori con oltre 20 anni di servizio dovranno togliere dal petto addirittura le loro insegne da “maresciallo”, tra l’altro nemmeno equiparate a quelle previste dal Regolamento regionale. Nonostante chiediamo da anni un nuovo ordinamento professionale ed il riconoscimento dei simboli di grado della categoria, pure previsto dalla legge, l’assurda inerzia dell’amministrazione capitolina, continua a privare operatori professionali della cittá metropolitana più importante d’Italia, del giusto riconoscimento e delle legittime aspettative di carriera. L’immediata apertura di un tavolo di confronto, appare improcrastinabile”.

Piú o meno sulla stessa linea il Coordinamento UGL-PL, il cui responsabile Sergio Fabrizi dichiara: “I nodi ora vengono al pettine. La pervicace volontà dell’ amministrazione a non aprire il tavolo del rinnovo del Contratto decentrato, nel quale doveva già essere revisionato l’ordinamento professionale con il recepimento del Regolamento regionale, oltre a ridisegnare le nuove figure gerarchiche e di responsabilità giuridiche introdotte col nuovo Contratto Nazionale, sta portando al tracollo funzionale il Corpo e svilendo la dignità professionale dei lavoratori e lavoratrici che negli ultimi 3 anni continuano ad accollarsi anche responsabilità non dovute e che potrebbero aprire enormi contenziosi se non si interviene tempestivamente”.

Particolarmente duro suo tema, l’intervento della storica associazione ARVU Europea, che per voce del Presidente Mauro Cordova minaccia di trascinare il Sindaco in tribunale: ” Vergognoso come a donne ed uomini che hanno servito la cittá da oltre 20 anni in una caotica cittá come Roma, non vengano riconosciute le stesse possibilità di carriera dei loro colleghi dei Comuni del Lazio. Abbiamo dato mandato al nostro legale di verificare se vi siano gli estremi per trascinare in Tribunale un’amministrazione che si ostina a non applicare la legge”.