Cronaca

Roma. Nei guai due pusher a Tufello e Montesacro: ecco cosa è successo

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Roma. Nei guai due pusher a Tufello e Montesacro: ecco cosa è successo

In poche ore, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, in due diverse attività hanno arrestato tre persone gravemente indiziate per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In via Scarpanto(zona Tufello), nel corso di un servizio antidroga, i militari hanno sorpreso un 55enne romano, senza occupazione e già noto alle forze dell’ordine che, a bordo di un’autovettura, cedeva un involucro a due soggetti.

Scena che ha insospettito i Carabinieri che hanno deciso di bloccare l’uomo e sottoporlo ad un controllo. Sul posto i militari hanno accertato che l’indagato aveva ceduto una dose di cocaina a due uomini, entrambi identificati e segnalati al Prefetto. La perquisizione ha permesso di rinvenire, occultati nelle scarpe e sotto il sedile, altre 30 dosi di cocaina e la somma contante di 130 euro, ritenuta il provento di pregressa attività illecita.

In via Tirreno (zona Montesacro), i Carabinieri hanno notato un altro “scambio” in strada, tra una coppia, lui di 35 anni e lei di 36 anni, e due uomini. Anche in questo caso i militari hanno appurato che la coppia aveva ceduto un involucro con all’interno due dosi di cocaina. Le successive perquisizioni effettuate dai militari, anche presso il domicilio dei due indagati, hanno permesso di rinvenire, circa 36 g, tra cocaina, eroina e mannite, sostanza usata per il taglio delle dosi, e tutto il materiale utile per il confezionamento, oltre alla somma contante di circa 500 euro. Droga e soldi sono stati sequestrati. I due acquirenti sono stati segnalati alla Prefettura di Roma, quali assuntori di sostanze stupefacenti.

Al termine del rito di convalida tutti gli arresti sono stati convalidati.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.