Cronaca

Civitavecchia, ancora la truffa del “finto nipote” ai danni di un’ultraottantenne: arrestati due giovani

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
Civitavecchia, ancora la truffa del "finto nipote" ai danni di un'ultraottantenne: arrestati due giovani

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Civitavecchia hanno arrestato, in flagranza di reato, due uomini originari della provincia di Napoli di 18 e 22 anni, gravemente indiziati di rapina impropria aggravata in concorso, commessa ai danni di un’anziana ultraottantenne.

I dettagli

I fatti sono accaduti nel pomeriggio di martedì 16 maggio a Civitavecchia, a pochi passi dal lungomare, con la ormai nota tecnica del “finto nipote”: l’anziana, contattata telefonicamente, era stata convinta dal proprio sedicente nipote di dover saldare un proprio debito e che, di lì a pochi minuti, sarebbe passato un suo amico, non meglio precisato, per ritirare tutto il contante disponibile e, in mancanza, anche dei monili.

Effettivamente presentatosi, qualcosa è andato storto per il complice durante la consegna dei preziosi: un dubbio, un’incertezza all’ultimo istante e l’anziana, istintivamente, prova a trattenerlo per la felpa, venendo invece colpita con un pugno in pieno volto dal soggetto poi immediatamente fuggito.

Le immediate ricerche svolte dai Carabinieri lungo tutto il litorale nord della provincia di Roma dopo la chiamata della vittima al 112 hanno consentito di bloccare i due sospettati, dopo un breve inseguimento, nei pressi dello svincolo A – 12 di Maccarese, evidentemente nel tentativo di tornare a Napoli, e di rinvenire i preziosi a bordo della loro vettura.

I due uomini sono stati arrestati e associati presso la casa circondariale Nuovo Complesso Borgata Aurelia di Civitavecchia, mentre la refurtiva è stata riconsegnata alla vittima.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.