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Luce con muri. Storie da Edward Hopper: presentazione del libro a Roma durante la mostra

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Luce con muri. Storie da Edward Hopper di Michele Mozzati – StorieSkira
“C’è una lunga vetrata ricurva. Dentro c’è un bar. Dentro al bar c’è Glenda, perché lei si chiama Glenda. Lui è Rudy, lo si capisce dal Borsalino adagiato morbido sulle orecchie. Le sta seduto accanto, ma non è serata. L’altro, lo vediamo di spalle, ha un nome tutto suo e se lo tiene per sé. Per noi è l’Ingrugnito, anche se non ne scopriremo mai il volto. È quello abbarbicato sul secondo sgabellone da sinistra. I restanti cinque trespoli, sulla sua destra, sono vuoti, così come il primo.

È il vuoto, che resta negli occhi. Vuota è la vetrata del bar, vuota è la strada, vuota la casa di fronte, le finestre. Aperte e vuote. È estate, si direbbe. Vuota, da pensare, la porticina in fondo al bar: si capisce che di là non c’è nessuno. La cucina.
Troppa luce. Eccessiva per essere una notte del ’42. C’è tanta luce che si vedono i particolari. La macchina per scrivere esposta nella vetrina di fronte. O è un registratore di cassa. Il sale e il pepe, lo zucchero, lo sciroppo d’acero, i tovagliolini di carta sul bancone. Due grandi macchine da caffè, tre tazze. C’è un bicchiere bevuto tra il quarto e il quinto sgabello. Qualcuno se n’è andato.”Dieci quadri di Edward Hopper, il grande pittore americano, dieci brevi storie nate lasciandosi coinvolgere dai suoi dipinti pieni di luce e di silenzio. Sono storie per nulla vincolate da epoche o luoghi, ma semplici suggestioni sollecitate da un volto, un’ombra, una casa bianca o una finestra piena di mare. Dieci racconti per adulti sognatori che riportano un po’ all’età infantile, quando i libri si leggevano e si sfogliavano guardando le figure.Michele Mozzati è scrittore e autore teatrale e televisivo. Ideatore e condirettore dell’agenda “Smemoranda”, è conosciuto soprattutto per il suo quarantennale lavoro, in campi diversi, con Gino Vignali (insieme Gino&Michele). Per la prima volta pubblica da solo.

Qui, il nostro articolo sulla mostra riguardante Edward hopper