Nelle ultime 24 ore, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato due persone, un 18enne e un 32enne, entrambi cittadini romani, gravemente indiziati del reato di maltrattamenti in famiglia.
Boccea, fermato 18enne per maltrattamenti in famiglia
In particolare, ieri pomeriggio, i Carabinieri della Stazione Roma Casalotti sono intervenuti presso un’abitazione in via di Boccea dove erano state segnalate, da alcuni abitanti del posto, urla di aiuto di un uomo e di una donna. Sul posto, i Carabinieri hanno sentito marito e moglie, i quali hanno denunciato che, poco prima, il loro figlio 18enne, per futili motivi, li aveva minacciati con una pistola scacciacani e aveva percosso il padre. Il giovane è stato fermato e trovato in possesso della pistola, una scacciacani modello Glock Gap calibro 8, che è stata sequestrata. L’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Regina Coeli.
Torpignattara, minaccia la madre invalida per comprare la droga: fermato 32enne
In serata, invece, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Casilina sono intervenuti in un’abitazione in via Casilina, zona Torpignattara, su richiesta di una mamma romana, invalida, che ha denunciato di essere stata minacciata dal figlio, 32enne, che pretendeva denaro, necessario all’acquisto di stupefacente. All’arrivo dei Carabinieri, l’uomo ha anche opposto resistenza cercando di aggredirli con calci e pugni e continuando a minacciare la madre. Dagli accertamenti dei militari sono emerse pregresse denunce della vittima per episodi dello stesso tipo e per questo il figlio è stato arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Entrambi gli arresti sono stati convalidati dal Tribunale di Roma e, per il 18enne è stato disposto il divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico invece, mentre per il 32enne si è in attesa della convalida dell’arresto.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.
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