Gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile, durante uno specifico servizio finalizzato al contrasto dei reati c.d. “predatori”, hanno arrestato due cittadini di 33 e 34 anni, perché gravemente indiziati dei reati di furto ed indebito utilizzo di carte di credito.
La vicenda
I poliziotti, transitando in via di Bravetta, hanno notato un’autovettura con a bordo due sudamericani, uno dei quali a loro noto. Gli agenti hanno quindi deciso di seguire l’auto che, giunta in circonvallazione Cornelia in prossimità dell’ufficio postale, ha arrestato la sua corsa.
Dall’auto è sceso il passeggero, travisato da una mascherina chirurgica, si è diretto presso lo sportello bancomat inserendo all’interno una carta magnetica e una volta terminata l’operazione si è diretto nuovamente verso il veicolo. A questo punto gli agenti hanno provveduto a fermare le persone e a controllarle, all’interno della vettura è stato trovato un cellulare, mentre indosso ai due sono state trovate diverse carte fedeltà di negozi di elettronica e cosmetici, dei manoscritti con nomi e numeri di telefono, un cellulare, una tessera sanitaria intestata ad una donna e denaro in contante, ammontante a 145 euro.
Da immediati controlli effettuati sul posto, gli agenti hanno appurato che l’uomo aveva cercato di prelevare al postamat con una carta avente la stessa intestazione della tessera sanitaria. Da ulteriori verifiche si è appurato che la donna, intestataria delle tessere, poco prima era stata vittima del furto della propria borsetta mentre si trovava alla guida della sua auto e, in sede di denuncia, aveva descritto i responsabili come le persone fermate dai poliziotti.
La tecnica utilizzata dai due giovani è stata la solita. I due si erano avvicinati alla donna, affiancando la sua autovettura con la loro e l’avevano distratta chiedendole delle informazioni, nel frangente uno dei due era sceso dall’auto e le aveva portato via la borsa che conteneva un cellulare corrispondente proprio a quello trovato in possesso degli arrestati, una carta libretto postale usata per il prelievo non riuscito, la tessera sanitaria, i 145 euro in contanti e le carte fedeltà dei negozi.
Alla fine degli accertamenti i due uomini sono stati arrestati, e tutta la refurtiva riconsegnata alla donna.
L’arresto dei due è stato infine convalidato e per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
Foto di repertorio