Di seguito, il comunicato stampa integrale del Comitato Residenti Colleferro. Ovviamente, restiamo a disposizione per eventuali repliche:
La missione di Breton
Continua la guerra di logoramento fatta di massacranti combattimenti, nata dal conflitto russo-ucraino del 2014, con la partecipazione dei Paesi occidentali, che hanno imboccato la strada del riarmo per sostenere Kiev e ripristinare le riserve nazionali. Per incrementare la loro capacità di produzione industriale e rispondere alla carenza di munizioni, missili e loro componenti l’Unione europea si è mossa nello scacchiere bellico. Approvato un pacchetto di aiuti dell’ordine di 2 miliardi ed un piano finanziario da 500 milioni provenienti dal bilancio dell’Unione, ha inviato il Commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, in visita ai maggiori stabilimenti industriali del vecchio continente per un sostegno “su misura”.
Saranno i singoli Stati a decidere se utilizzare i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e al Governo italiano non è parso vero approvare con il Documento programmatico pluriennale un programma di riarmo “dove sono indicati i piani di spesa del Ministero della Difesa”.
Nuove commesse per Simmel Difesa spa
Solo pochi giornali hanno dato la notizia che a maggio il Commissario, in visita in Italia, è venuto a Colleferro per incontrare i vertici aziendali di Simmel Difesa spa, la “polveriera”, il principale stabilimento nazionale che produce munizioni, suscitando non poco imbarazzo all’Amministrazione comunale e alle associazioni pacifiste, che nei giorni successivi hanno preferito non commentare.
Della visita erano in molti ad esserne a conoscenza, tranne i cittadini, compresi quanti fanno riferimento al variegato movimento antimilitarista e pacifista locale. Ancora una volta è mancata una presa di posizione chiara e trasparente di disapprovazione verso chi non rispetta il diritto degli abitanti ad essere informati e si è persa l’occasione di una critica alla militarizzazione del territorio e del lavoro.
Sopravvive, soprattutto nel periodo post Covid, il feticcio che riconosce nell’occupazione una contropartita accettabile. Attraverso la distribuzione di posti di lavoro e la raccolta di elevatissimi profitti si vogliono mettere in secondo piano i problemi ambientali ed etici di una produzione “sensibile”.
Il tema del commercio internazionale delle armi impone sempre una riflessione etica da parte degli Amministratori e dei cittadini, altrimenti privati della possibilità di farsi una propria opinione su un’attività verso cui deve potersi svolgere il controllo politico.
Comprensorio industriale di Colleferro
Dal 1912, a pochi chilometri dal centro abitato di Colleferro si trovano due stabilimenti, Avio spa e Simmel Difesa spa (proprietaria anche di un impianto di smilitarizzazione ad Anagni per la distruzione dei materiali energetici), che hanno collegamenti diretti ed indiretti con l’economia di guerra ed una lunga tradizione nella produzione di armamenti.
Negli anni questa attività è stata coperta dal “segreto di Stato”, che ha lasciato il posto al sistema della trasparenza nominale, poiché la sua effettività non è riuscita a conciliarsi con le esigenze in campo e l’informazione sull’intera materia resta fortemente limitata. La cittadinanza convive con le problematiche specifiche di un polo industriale strategico sul piano militare, senza nemmeno saperlo e senza conoscerne i rischi correlati.
Gli impatti ambientali e la pseudosostenibilità del processo produttivo stanno diventando aspetti sempre più rilevanti, sebbene gran parte dell’opinione pubblica ne ignori le ricadute soprattutto per la mancanza di una rete di informazione indipendente. I rappresentanti comunali, chiamati alla cura degli interessi della propria comunità per promuoverne lo sviluppo civile, economico e sociale, non manifestano la volontà di voler coinvolgere su queste tematiche i cittadini secondo il principio della partecipazione e verso i quali c’è la più serrata delle chiusure.
Informazione, disinformazione e controinformazione
La conoscenza dell’attività produttiva aziendale resta patrimonio riservato ad una cerchia ristrettissima. La stessa Amministrazione comunale glorifica certi risultati quasi rivendicandoli come propri e sparge una nebbia artificiale – come accadeva durante la seconda guerra mondiale – su tutto ciò che per la comunità di Colleferro è di interesse sostanziale, purché non si apra un dibattito politico, tanto meno ora.
Non basta l’osservazione formale della normativa ed un Sindaco non può sentirsi soddisfatto dall’adozione di atti che rendono noti alla popolazione le informazioni sui rischi industriali “al fine di limitare gli effetti dannosi derivanti da incidenti rilevanti” dovuti alla presenza di particolari insediamenti produttivi sul proprio territorio. Si deve poter discutere anche del complesso industriale militare nelle sedi pubbliche aperte alla cittadinanza.
L’esordio di Simmel Difesa spa
La Simmel Difesa spa ha raccolto l’eredità di tutte le realtà industriali che hanno fatto la storia della difesa in Italia. La società ha sede nei locali della ex BPD ed appartiene ad un gruppo franco-tedesco (50% Nexter System ed il restante 50 alla famiglia Wegmann, proprietaria della Krauss-Maffei). La sua attività prevalente riguarda la fabbricazione di armi e munizioni (caricamento di munizionamento terrestre e navale), progettazione, sviluppo, produzione e vendita di munizionamento convenzionale (armi, spolette, granate, componenti di missili, sistemi di arma, esplosivi e pirotecnici, per cannone, artiglierie antiaeree ed anticarro, armi portatili, tutti i tipi d’arma, manutenzione, trasformazione e revisione e sistemi d’arma), una nuova famiglia di propellenti (con una produzione fino a 100 tonnellate al mese), a cui si sono aggiunte le competenze sulla missilistica, le teste di guerra e razzi.
Tutte queste attività vengono sottoposte a diversi test all’interno dello stabilimento di Colleferro nei vari laboratori e nel centro prove, anche con oggetti caricati con diversi chili di esplosivo. La società svolge a circuito chiuso ogni operatività del processo industriale fino al demunizionamento dei proiettili scaduti. Il fatturato si aggira sui 50 milioni di €, di cui circa il 10 per cento proviene dall’Amministrazione e dalla Difesa italiana. Nel comprensorio tra Anagni e Colleferro sono occupate circa 160 persone ed il patrimonio è costituito, rispettivamente, di 50 e 100 ettari circa, con oltre 100 edifici. Il “grosso”, circa 910 ettari nei Comuni di Colleferro, Segni ed Artena, appartiene al gruppo Avio, tramite la società Servizi comprensoriali sviluppo immobiliare srl (Se.Co.Sv.Im).
La spesa militare europea
Lo stanziamento europeo del francese Breton ha risollevato il bilancio della società, a cui il Governo italiano, a febbraio, tramite il Ministero della Difesa, ha accordato l’aumento nei limiti del quinto di un contratto per l’approvvigionamento di materiale militare, come la fornitura di granate destinate al rinnovamento del parco munizionamento di artiglieria terrestre per un importo programmato di 1.453.200,00 di €.
Si rinsaldano i rapporti tra mondo militare e mondo industriale a cui vengono assegnate sostanziose risorse pubbliche con l’obiettivo di promuove la cooperazione in politica estera a livello europeo e la collaborazione internazionale tra le industrie europee del settore degli armamenti, affossando il processo di pace ed il vecchio progetto di difesa comune europea.
Per conoscere e analizzare i dati sulla compravendita di armi il Governo pubblica annualmente una dettagliata relazione al Parlamento che, secondo quanto segnalato dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, non è ancora stata presentata. Ritardi e scarsa trasparenza sul controllo della produzione e commercio di armamenti – in netto aumento – sono una tradizione storica, su cui vigilano le associazioni pacifiste.
In territori come quello di Colleferro i problemi di trasparenza e convivenza con la produzione di materiale ad uso militare sono particolarmente avvertiti, ma negli anni nulla è cambiato.
Processo di trasformazione sociale
Dal 24 febbraio 2022 in Occidente è cominciata la corsa agli armamenti ed il conflitto non si è mai arrestato. L’Italia è impegnata fino al 31 dicembre 2023 a cedere materiale militare alle autorità governative ucraine. Le varie cancellerie hanno lavorato alacremente per l’approvazione di piani per riempire gli arsenali militari in linea con le richieste della Nato.
In larghi strati dell’opinione pubblica è largamente diffusa la cultura pacifista ed il sostegno ad una soluzione politica, non militare, del conflitto – oscurata dai media – che passi per la via diplomatica e ponga immediatamente fine alla guerra. Non ci sono dubbi che il tema di una Conferenza, di un Tavolo o di un negoziato di pace non sono centrali o imminenti nella politica occidentale e della stessa Nato.
L’impegno del mondo civico a favore dei processi di disarmo, contro l’aumento della spesa militare, per una reale inversione di tendenza rispetto alla corsa agli armamenti e alle inevitabili guerre si è, da tempo, saldato con le rivendicazioni ambientaliste a difesa del territorio.
Questo Comitato, che esprime una piccola realtà locale, continua a sollecitare azioni coerenti da parte delle nostre Istituzioni e dei corpi civici e considera la guerra incompatibile con la sostenibilità sociale. Ogni nostro sforzo qui ed altrove sarà profuso per mantenere unita la battaglia per la pace nel mondo con quella per la tutela ambientale.
Ina Camilli
Rappresentante Comitato residenti Colleferro