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Laghi laziali, l’analisi di Legambiente: forte inquinamento da cattiva depurazione e scarichi illegali

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Laghi laziali inquinati: Fondi, Sabaudia e Folignano tra i peggiori

La campagna estiva di Legambiente arriva sui bacini lacustri laziali per monitorare lo stato di salute delle acque, denunciarne le criticità e promuovere esempi virtuosi di gestione e sostenibilità: ecco cosa emerge.

Le analisi di Legambiente

Goletta dei Laghi 2023 ha inaugurato ieri la tappa laziale presentando i risultati delle analisi microbiologiche sulle acque dei bacini lacustri di Fondi, Sabaudia e Fogliano: oltre i limiti di legge, quattro dei sei punti campionati dal team di volontari e tecnici di Legambiente. Oggetto dei monitoraggi della campagna, come di consueto, sono canali e foci, i principali veicoli che, a causa della cattiva depurazione o scarichi illegali, arrivano nei laghi laziali inquinati.

Le analisi microbiologiche sui laghi laziali più inquinati

Sei, nel dettaglio, i punti campionati sui bacini lacustri pontini da Goletta dei Laghi 2023: due nel Lago di Fondi, due nel Lago di Sabaudia, due nel Lago di Fogliano. Quattro sono risultati oltre i limiti di legge.

Sul LAGO DI FONDI, fortemente inquinato il punto campionato nel canale in via Acquachiara, nel Lago di Fondi, lo scorso anno era risultato inquinato. La confluenza tra canale San Vito (comune di Monte San Biagio) e canale San Magno (Fondi) è risultato inquinato, lo scorso anno e anche nel 2021 era risultato nei limiti.

Sul LAGO DI SABAUDIA, fortemente inquinato la foce del canale alla fine di Strada Selva Piana a Sabaudia che dal 2020 veniva entro i limiti. Il canale su via Orsolini Cencelli, a Sabaudia è risultato nei limiti, mentre lo scorso anno era risultato inquinato.

Sul LAGO DI FOGLIANO, infine, risultato “fortemente inquinato”, come lo scorso anno, il punto campionato alla foce canale sulla Strada Litoranea, in località Circerchia a Latina.

I prelievi di Goletta dei laghi vengono eseguiti da tecnici, volontari e volontarie di Legambiente. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli).

Leggi anche: Lazio a rischio frane e alluvioni: l’analisi di Legambiente Lazio

È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.

Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

La campagna di Legambiente

GOLETTA DEI LAGHI 2023. Scarichi non depurati e inquinanti, incuria e inquinamento da microplastiche, cementificazione e captazione delle acque sono, ancora una volta, i temi al centro di Goletta dei Laghi, che da 18 anni monitora lo stato di salute dei bacini lacustri italiani e ne denuncia le criticità, promuovendo al contempo esempi virtuosi di gestione e sostenibilità.

Da diversi anni, la campagna di Legambiente è anche l’occasione per tornare sul tema delle microplastiche attraverso il progetto LIFE Blue Lakes che ha l’obiettivo di prevenire e ridurre l’inquinamento da microplastiche nei laghi, coinvolgendo partner scientifici, associazioni, autorità competenti e istituzioni. Tra le azioni di progetto ci sono la promozione del Manifesto dei laghi, documento volontariato che ogni amministrazione locale può sottoscrivere e un roadshow di 20 tappe per sensibilizzare la cittadinanza attraverso lo spettacolo teatrale Monday, laboratori e animazione territoriale.

Il CONOU, Consorzio Nazionale Oli Usati, sostiene da anni la campagna estiva di Legambiente, nella convinzione che sia assolutamente necessario agire collettivamente per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Il Consorzio è parte attiva in questo scenario: con la sua attività di raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati è un esempio di eccellenza di economia circolare, non solo in Italia, ma addirittura in Europa. Raccogliendo l’olio lubrificante usato alla fine del suo ciclo di vita nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli, il CONOU fa in modo che questo rifiuto – altamente pericoloso se non gestito correttamente – si trasformi in una preziosa risorsa. Oltre il 98% dell’olio raccolto dal Consorzio viene infatti rigenerato e trasformato in nuova materia prima riutilizzabile, con benefici per l’ambiente e la salute grazie alla riduzione dell’utilizzo di risorse naturali e delle emissioni di gas serra e di altri inquinanti. Lo scorso anno nel Lazio il CONOU ha recuperato 11.694 tonnellate di olio usato.

Le dichiarazioni di Legambiente

“In tutti i laghi monitorati nel territorio della provincia di Latina continuano ad emergere criticità forti che chiediamo vengano affrontate con urgenza”, dichiara Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio. “Ci sono scarichi illeciti e problematiche relative alle difficoltà depurative nei laghi costieri di Sabaudia, Fogliano e Fondi che dovrebbero essere invece un fiore all’occhiello di una vasta porzione territoriale, a ridosso del litorale. La ricchezza della biodiversità, dall’avifauna alle specie ittiche presenti, va tutelata al meglio aumentando la qualità della risorsa idrica, attraverso la quale generare green economy e sviluppo sostenibile per questi luoghi che ricadono peraltro in parchi regionali e nazionali. Non diamo giudizi complessivi sui laghi analizzati, ma indichiamo punti critici e chiediamo alle amministrazioni, ai gestori del servizio idrico e anche alla cittadinanza, di essere protagonisti del miglioramento ambientale necessario, mettendoci a disposizione nel continuare a indagare sulle cause dell’inquinamento e sulle azioni risolutive necessarie”.

“Il Lago di Fondi, una zona umida nel sud-pontino, è un serbatoio vitale di biodiversità. Legambiente si impegna a proteggerlo, sottolineandone l’importanza, ma mettendone anche in evidenza i problemi, con il solo scopo di mitigare gli impatti antropici”, dichiara Paola Marcoccia, presidente circolo Legambiente intercomunale Luigi di Biasio. “I dati della Goletta dei Laghi 2023 sui canali Acquachiara e confluenza dei canali San Magno-San Vito mostrano nuove criticità rispetto al passato. La situazione climatica potrebbe aver influito, ma è innegabile che sia necessario migliorare la qualità delle acque dei canali che alimentano il Lago. L’incontro odierno, con la partecipazione dei comuni, del Parco Ausoni, dei pescatori e di Legambiente, mira a discutere apertamente e approfondire le cause di tali problemi. Tra queste, l’assenza di interventi definitivi per completare le condotte fognarie nei comuni di Monte San Biagio e Fondi e la depurazione delle acque reflue. Ribadiamo l’importanza del “Contratto di Fiume e di Lago” per il Lago di Fondi come punto di partenza per definire obiettivi e strategie di tutela e salvaguardia”.

Foto di repertorio