Cronaca

San Basilio, nasconde l’hashish nel frigorifero: arrestato un 34enne

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San Basilio, nasconde l'hashish nel frigorifero: arrestato un 34enne

Proseguono senza sosta i controlli ad alto impatto della Polizia di Stato nella zona di San Basilio, seguendo le indicazioni del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, secondo una pianificazione realizzata dalla Questura di Roma.

San Basilio, ecco cosa emerge dai controlli ad alto impatto della Polizia di Stato

I servizi, svolti ormai periodicamente, hanno come obiettivo anche quello di incrementare la percezione di sicurezza nella capitale e aumentare la fiducia dei cittadini grazie alla presenza e alla maggiore visibilità sul territorio delle Forze dell’Ordine.

Proprio gli agenti del IV Distretto, insieme a quelli dell’U.P.G.S.P. della Questura e del Reparto Prevenzione Crimine, hanno svolto un mirato servizio di controllo a tutela della sicurezza delle grandi infrastrutture di trasporto urbano della metropolitana della Linea B “Rebibbia” e “Ponte Mammolo”, oltre che controlli antirapina a farmacie, supermercati e gioiellerie.

I poliziotti hanno inoltre sottoposto ad ispezione amministrativa un’attività commerciale emettendo una sanzione, per un importo di 150 euro, in quanto hanno riscontrato l’assenza del cartello recante l’orario di accensione e spegnimento dei dispositivi elettronici per il gioco lecito.

Inoltre gli investigatori del Distretto San Basilio, insieme agli agenti del Reparto Scorte, hanno arrestato un 34enne che, fermato per accertamenti, è apparso nervoso e poco collaborativo: approfondito il controllo, i poliziotti gli hanno trovato in casa, nascosti tra gli alimenti nel frigorifero, 48 cilindri di hashish, suddivisi in 3 buste, per un peso complessivo di circa 2 chili e mezzo che avrebbero “fruttato” oltre 31000 dosi procurando un guadagno di decine di migliaia di euro.

Durante il servizio sono stati infine controllati 18 veicoli e 194 persone.


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.