Riceviamo e pubblichiamo:
Non bastasse la carenza di personale e mezzi dedicati all’Emergenza, ora si aggiungono anche i ritardi della Pubblica amministrazione nel certificare le prestazioni rese dalle società private affidatarie dell’appalto regionale del servizio di soccorso sanitario in emergenza nelle postazioni non coperte direttamente dall’ARES 118 del Lazio.
E’ questa la ragione per la quale i dipendenti del Raggruppamento delle imprese che fanno capo alla Heart Life Croce Amica Srl non hanno ancora ricevuto lo stipendio dello scorso ottobre. La Regione non paga le fatture emesse dalle società perché l’ARES118 non controlla nei tempi utili la regolarità del servizio reso. Tra le ragioni dell’uno ed i “rimpalli” degli altri (ARES 118 e Regione Lazio), ci “Vanno per le Piste” come al solito gli operatori che anziché essere pagati per il lavoro svolto vengono utilizzati quale strumento di pressione e pagano sulla propria pelle il rischio d’impresa delle società mandatarie.
Purtroppo questa è solo l’ultima delle sofferenze che il personale delle croci private sta soffrendo. Infatti è in piedi lo stato di Agitazione degli oltre 500 dipendenti dalla trascorsa estate. Fin dalla
aggiudicazione dell’appalto regionale al Raggruppamento di Imprese subentrate per Roma alla precedente gestione Croce Rossa, non sono mancati i problemi, ad iniziare con l’applicazione di un contratto di lavoro con garanzie collettive inferiori a quello fino ad allora applicato, ed ancora la mancata e soprattutto difforme applicazione del contratto di secondo livello previsto nel capitolato d’appalto.
Le inadempienze del gruppo imprenditoriale riguardo alle modalità con cui il servizio di Emergenza viene svolto ed il controllo sul rispetto delle garanzie di sicurezza e delle condizioni di lavoro del personale dipendente, spettano alla supervisione dell’ARES 118 e che ne è garante anche per conto della Regione Lazio. Ci auguriamo che svolga tali compiti con l’attenzione richiesta e non con la stessa lentezza con la quale liquida le fatture.