Attualità Cronaca

Un italiano multato per aver danneggiato la sede del Primo Ministro maltese per una foto social

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Malta, ragazzo italiano danneggia palazzo storico per farsi una foto

Italiani all’estero e bravate. Malta: sale col motorino sui gradini della sede del Primo Ministro a Valletta per farsi una foto, ragazzo italiano danneggia palazzo storico.

Danni da social

Storie di ordinaria follia al tempo dei social accadono un po’ in tutto il mondo e che vedono protagonisti giovani italiani se ne leggono in giro tante. Il problema è che quando si tratta di un nostro connazionale in alcuni paesi scatta subito la gogna mediatica che arriva a far coinvolgere un po’ tutta l'”italianità”.

Un fatto di questo tipo, accaduto nei giorni scorsi, riguarda un ragazzo crotonese che secondo la stampa di Malta sarebbe salito a bordo di uno scooter lungo gli scalini della sede del Primo Ministro a Valletta e ciò per farsi la più classica delle stupide foto su un monumento, danneggiando, secondo quanto riferito dai media maltesi, ben otto gradini di marmo dell’Auberge de Castille, un palazzo storico costruito in varie fasi nel tardo XVI secolo per ospitare i cavalieri dell’Ordine di San Giovanni della langue di Castiglia e León e Portogallo.

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Ovviamente tutto ciò incurante delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato la bravata che alla fine, dopo le indagini della polizia, gli è costata l’accompagnamento in caserma e una condanna per direttissima ad un anno di reclusione, pena sospesa, e 2000 euro di multa oltre a 400 euro per riparare i danni. Ovviamente noi dello “Sportello dei Diritti” , rileva il presidente Giovanni D’AGATA, siamo sempre pronti a criticare e chiedere la più ampia censura per questi atteggiamenti purchè non diventino la scusa per pungolare gli italiani in generale.


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

Foto di repertorio