Proseguono senza sosta, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, i controlli antidroga dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma nel centro storico – Termini e Trastevere – che hanno portato all’arresto di alcune persone e al sequestro di centinaia di dosi di sostanze stupefacenti tra cocaina, crack, MDMA, hashish e marijuana e circa 1.000 euro in contanti.
Controlli a Termini e Trastevere
In particolare, in manette è finito un 39enne del Mali, senza fissa dimora e con precedenti, sorpreso, la scorsa notte dai Carabinieri della Stazione Roma Trastevere, a cedere dosi di marijuana ad un giovane su ponte Sisto.
A Primavalle, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Trastevere hanno arrestato un 54enne tunisino, già conosciuto per precedenti reati di droga, che, ad esito di un mirato servizio di osservazione, è stato notato mentre occultava un sacchetto all’interno di una cabina elettrica in via Giuseppe De Luca. Fermato per un controllo, i Carabinieri hanno recuperato quanto nascosto accertando che all’interno del sacchetto erano custoditi 54 g di hashish. Nelle tasche dell’uomo invece sono stati rinvenuti ulteriori 37 g della stessa sostanza stupefacente.
Leggi anche: Scoperto un capannone ad Anzio per la coltivazione della marijuana: 8 arresti e oltre 90 kg di merce sequestrata
In via Giovanni Giolitti, invece, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Piazza Dante hanno arrestato un 28enne del Marocco e un 44enne tunisino sorpresi a cedere alcune dosi di hashish ad un cittadino italiano. Nel corso della perquisizione, il 28enne è stato trovato in possesso di ulteriori 9 dosi della stessa droga occultate negli slip.
Gli altri indagati sono stati bloccati perché sorpresi a cedere dosi di droga ad acquirenti, identificati e segnalati alla Prefettura di Roma. Tutti gli arresti sono stati convalidati. Si precisa che i procedimenti versano nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.