Macere, Via Latina, Colubro, centro storico, Maiotini e poi Valle dell’Oste, Selvatico e tante altre zone. Da questa estate, gli ex consiglieri di minoranza sono impegnati in una campagna di ascolto dei cittadini, appuntando problemi e idee in tante contrade e frazioni del paese. Cosa sta accadendo nel comune di Artena? Chi partecipa a questi incontri dell’ex minoranza?
Dopo le dimissioni in blocco dal consiglio comunale, le opposizioni hanno scelto di provare a riallacciare un rapporto con la cittadinanza. Nel 2024 Artena sarà chiamata a rinnovare il consiglio comunale, ci saranno le elezioni e si tornerà al voto dopo un lungo periodo di stallo e di criticità amministrative dovute all’inchiesta feudo. Da aprile scorso Felicetto Angelini è tornato a guidare il comune, non senza difficoltà, tra uffici dimezzati, mancanza di dirigenti e un piano assunzioni che tarda a concretizzarsi. Ma ci sono movimenti in corso per le prossime elezioni? Perché le ex opposizioni in consiglio stanno organizzando degli incontri nelle contrade?
Lo abbiamo chiesto a Silvia Carocci, classe 1985, avvocata e funzionario del Ministero della Giustizia, ex consigliera del gruppo Artena Cambia, da tempo protagonista della politica artenese e locale.
Carocci, con chi avete parlato in questo giro nelle contrade?
Abbiamo intercettato cittadine e cittadini, in alcuni casi persone già attive nelle contrade tra Palio e associazionismo. In ogni incontro c’è stata la presenza di persone che in qualche modo sono espressione di impegno e di volontariato. È la dimostrazione che Artena possiede forze sociali importanti. A volte però consideriamo questo impegno quotidiano come qualcosa di scontato. In questi anni si è arrivati quasi a una supplenza stabile dell’associazionismo nei confronti della politica. Non deve essere così. È sano e lodevole l’impegno dal basso, ma a governare deve essere un gruppo politico che esprime idee per la collettività. Lo dimostrano le voci che abbiamo ascoltato: chi è attivo con la contrada o con un comitato di zona è spesso referente di una serie di problemi che non trovano una controparte istituzionale. Le criticità segnalate da un gruppo di cittadini non possono essere affrontate solo dall’associazionismo di base o da qualche volontario. Chi fa politica sul territorio deve offrire soluzioni, farsi carico di quei problemi e lavorare per non crearne altri. Questi incontri sono stati necessari perché, se non si torna adesso nelle frazioni di Artena, sarà impossibile fare politiche pubbliche serie nel futuro. Non servono i comizi in questo momento, serve ascoltare la cittadinanza e poi tornare nei luoghi con un programma chiaro come risposta alle esigenze della popolazione. Questi incontri sono stati un primo passo, in autunno torneremo con punti specifici per tracciare delle soluzioni e per lavorare a una visione di città.
Cosa chiedono i cittadini?
Bisogna ripartire dai bisogni collettivi e da alcune proposte che per diversi motivi non si sono mai concretizzate. I cittadini chiedono una presenza quotidiana di chi sceglie di candidarsi in consiglio. Chiedono qualcuno con cui interfacciarsi se hanno un problema con la tari, se c’è un problema con l’asilo o con la mensa. Andiamo nello specifico: a Via Latina chiedono spazi pubblici, posti dove mettere in condizione le persone di incontrarsi. A via Latina ci sono interi comprensori che attendono l’allaccio alle fogne. Parliamo di situazioni conosciute ma che non sono mai state affrontate politicamente. Anche in contrada Valli molte persone chiedono la fruibilità degli spazi pubblici. Lo scorso Natale ho avuto modo di parlare con chi ha ideato il presepe in piazzetta. Un’iniziativa nata dal basso che ha creato aggregazione. Gli organizzatori hanno esplicitato una serie di bisogni legati a quel luogo che vanno oltre le manifestazioni natalizie. I cittadini vogliono vivere quel luogo tutto l’anno, vogliono strutture per fare riunioni, assemblee e feste di contrada. Bisogna metterli in condizione di avere sotto casa posti fruibili, accessibili e in grado di rispondere alle esigenze degli artenesi.
Il suo gruppo e anche gli altri gruppi di minoranza hanno abbandonato il campo della politica istituzionale. Questa scelta è stata criticata da molti. Perché avete deciso di lasciare i banchi dell’opposizione?
Abbiamo lasciato un luogo svilito e offeso da questa maggioranza. Ogni volta che c’è stato un problema concreto in città e ogni volta che si è palesata l’incapacità di governare, gli assessori e la giunta di Angelini hanno dato la colpa alle opposizioni. Ma quale sarebbe questa colpa? Fino al giorno prima delle nostre dimissioni abbiamo lavorato per la città, abbiamo cercato in ogni modo di intavolare una discussione sui temi, tra tutti la possibilità di intercettare i fondi del Pnrr. Siamo rimasti in consiglio in momenti di completo abbandono da parte di questa maggioranza. Dopo il terremoto di Feudo, abbiamo proposto al reggente Loris Talone una serie di percorsi su cui lavorare, ma l’ex vicesindaco ha scelto di non governare e di non rispettare il consiglio comunale, preferendo abitare l’istituzione locale soltanto a suo piacimento, dettando le sue regole, fino a che non se n’è andato anche lui per problemi giudiziari. La maggioranza di Angelini non parla di temi concreti da tempo: dicono spesso che le nostre azioni hanno bloccato le attività. Per noi, per esempio, parlano le azioni intraprese sul tema scolastico. Tra tutte la situazione a Ponte del Colle. Ecco lì a bloccare le attività ci hanno pensato loro.
Ci può spiegare meglio questo punto? Cosa è successo alla scuola di Ponte del Colle?
I lavori nel plesso di Ponte del Colle erano iniziati nel 2021, all’epoca Artena, come dicevo, era guidata dal vicesindaco Talone e l’assessore ai lavori pubblici era Sabrina Di Cori. Quello che sarebbe dovuto durare pochi mesi però si è trasformato in un cantiere fermo. I soldi a disposizione erano finiti e c’erano opere ulteriori da fare; quindi, la soluzione trovata dagli amministratori comunali è stata semplicemente quella di interrompere i lavori. Mi viene da ridere, oggi, sentire il Sindaco che parla di un’amministrazione che “ha a cuore le scuole”, visto come era stata lasciata quella di Ponte del Colle. Ho sempre pensato che quello che stava accadendo fosse una follia e personalmente mi sono impegnata per risolvere il problema. Abbiamo portato una proposta in consiglio comunale che è stata approvata all’unanimità e poi ci siamo attivati con la Regione per ottenere il finanziamento che finalmente è arrivato alla fine dell’anno scorso. È stato riconosciuto un contributo di 250.000 euro per il Plesso di Ponte del Colle. Se oggi la situazione si sta sbloccando, è tutto frutto di quell’impegno. Sono convinta che le scuole debbano essere una priorità per una amministrazione comunale e a questo argomento deve essere dedicato uno spazio importante in un programma per il governo della comunità.
Lei sarà in campo alle prossime elezioni? Come intende costruire questo programma per il governo di Artena?
Sarò a disposizione per aprire uno spazio politico serio, basato su temi concreti e su un’idea precisa di paese. In questo spazio politico deve esserci una discussione profonda su come risolvere i problemi, tra tutti il nodo del bilancio comunale. Artena non può essere perennemente una parte lesa. Artena non può subire l’incapacità di una maggioranza che vive alla giornata. Ma soprattutto la popolazione di Artena non merita di essere soltanto spettatrice, perché quel protagonismo che abbiamo incontrato nelle varie zone merita di più. Quando si parla di visione per il paese non faccio riferimento a qualcosa di astratto: avere una visione per il futuro di Artena vuol dire portare i servizi nelle zone decentrate, nel centro storico e nei complessi residenziali dove spesso vivono famiglie che hanno scelto Artena. Un consultorio funzionante, una vera isola ecologica, la messa in sicurezza e la fruizione di Piano della Civita, un ufficio comunale al centro storico, un palazzetto dello sport funzionante. Questo non è un mero elenco, ognuna di queste voci è essenziale per comporre una proposta politica da presentare ai cittadini.
Credits photo: Tommaso Proietti