Polizia di Stato – Questura di Latina: applicate 5 misure di prevenzione nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica. Per due di loro, minorenni, è stato adottato il c.d. Decreto Caivano.
La Polizia di Stato – Questura di Latina, proseguendo nella propria attività di monitoraggio dei fenomeni violenti nonché dei soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, ha emesso 5 provvedimenti di prevenzione.
In particolare, al termine di una minuziosa attività istruttoria condotta dagli specialisti della Divisione Anticrimine in collaborazione con i poliziotti del Commissariato di Terracina, il Questore di Latina ha adottato quattro provvedimenti dell’Avviso Orale, avvertendo i destinatari, ritenuti socialmente pericolosi, circa l’esistenza di indizi a loro carico e esortandoli a mantenere una condotta conforme alla legge.
Di essi, due sono pregiudicati del comune costiero di cui uno con precedenti in materia di spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione e l’altro per il reato di maltrattamenti in famiglia, mentre gli altri due destinatari sono minorenni. Uno tratto in arresto da personale del Commissariato di Terracina per furto aggravato di un ciclomotore e l’altro coinvolto nell’episodio del ferimento di alcune persone mediante esplosione di colpi da un fucile ad aria compressa; nei loro confronti è stata applicata la recente modifica normativa intervenuta lo scorso 15 settembre con il c.d. Decreto Caivano, recante “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile“.
Infine, oltre nei confronti di un ulteriore soggetto, anch’egli di Terracina, è stata applicata la Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza emessa dal Tribunale di Roma, che ha condiviso la proposta formulata dal Questore di Latina.
In quest’ultimo caso, trattandosi di soggetto che deve rispondere di reati quali maltrattamenti nei confronti della ex compagna, è stato applicato anche il divieto di avvicinamento alla vittima.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.