Cronaca

Settebagni, locale abusivo con musica ad alto volume frequentato da minorenni sequestrato per mancanza di autorizzazioni

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Roma. La Polizia di Stato sequestra un locale per mancanza di autorizzazioni. Riscontrate diverse violazioni durante un controllo.

La Polizia di Stato, durante controlli dedicati, che avvengono tutti i week end nei locali di pubblico spettacolo, ha riscontrato diverse violazioni in uno di questi.

Gli agenti della Divisione Amministrativa della Questura di Roma hanno trovato, in zona Settebagni, un esercizio adibito abusivamente a discoteca con musica ad alto volume e con all’interno circa 500 ragazzi, tra i 15/20 anni, dediti a ballare e consumare bevande, una postazione dj con palco, ballerine e un bancone bar e vari operatori della sicurezza dipendenti di una società risultata poi abusiva.

In quella che era adibita a sala da ballo c’erano cabine elettriche, pavimenti e soffitto in legno, materiali e attrezzature senza nessun tipo di certificazione ignifuga, due uscite di sicurezza inadeguate al numero dei presenti e non vi era alcun estintore.

In seguito ad accertamenti esperiti dagli agenti tempestivamente, anche per la salvaguardia dei giovani presenti, l’amministratore unico della società è risultato privo di qualsiasi autorizzazione amministrativa e, in qualità di gestore, è stato denunciato in stato di libertà per apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo, trattenimento o ritrovo, ai sensi dell’art.681 c.p. e il locale è stato sequestrato preventivamente con applicazione dei sigilli sui vari accessi.

Inoltre, in seguito alle violazioni riscontrate, la Divisione di Polizia Amministrativa della Questura di Roma sta realizzando un’accurata istruttoria tesa all’adozione del provvedimento di cessazione immediata dell’attività abusiva, da parte del Questore, ex articolo 100 del T.U.L.P.S.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.