La Polizia di Stato di Frosinone ha notificato, nel pomeriggio di ieri, un provvedimento di Divieto di Accesso ai pubblici esercizi o ai locali di pubblico trattenimento situati a Frosinone per un periodo di tre anni, emesso a carico di un ventiseienne, di origini albanesi.
Entra in un bar di Frosinone con una pistola: Daspo urbano per un 26enne. I dettagli sulla vicenda e sull’intervento della Polizia di Stato
L’uomo, domenica pomeriggio, era entrato in un bar di Frosinone con in mano una pistola e, avvicinatosi al bancone, dopo avervi poggiato sopra l’arma, aveva ordinato un caffè, andandosi a sedere ad uno dei tavoli. Dopo aver consumato il caffè e aver pagato il conto, si era allontanato come se nulla fosse sempre tenendo l’arma in mano.
Il proprietario del bar aveva subito provveduto a chiamare la Polizia per segnalare l’accaduto, fornendo una compiuta descrizione del ragazzo e dell’auto con la quale il soggetto si era poi allontanato dal locale.
Immediatamente sono partite le ricerche da parte delle Volanti, tanto che poco dopo il ragazzo è stato individuato e fermato da una pattuglia. Nel vano portaoggetti della sua Smart è stata così rinvenuta e sequestrata una pistola giocattolo, priva del tappo rosso.
Alla luce delle nuove misure introdotte dal decreto legge nr.123 del 15.09.2023 , noto come decreto “Caivano”, recante misure urgenti di contrasto alla criminalità, il Questore di Frosinone ha immediatamente disposto l’applicazione del “Daspo Urbano” con divieto di accesso ai pubblici esercizi ed ai locali di pubblico trattenimento situati nel comune di Frosinone, per un periodo di tre anni.
Proprio grazie alle disposizioni inserite nella norma licenziata nel mese di settembre, considerata la pericolosità della condotta tenuta dal soggetto, è stato possibile per il Questore disporre il provvedimento con la modalità d’urgenza, atto che la Divisione Anticrimine della Questura di Frosinone ha già provveduto a notificare al destinatario.
Il decreto, infatti, prevede che, per ragioni di sicurezza e considerate particolari ragioni che giustifichino la celerità dell’emissione del provvedimento, il Questore può disporre nell’immediatezza il divieto di accesso ai locali pubblici specificatamente individuati, nei confronti delle persone denunciate negli ultimi tre anni per reati commessi in occasione di gravi disordini avvenuti in esercizi pubblici o nelle immediate vicinanze, o per delitti non colposi contro la persona o il patrimonio, o per i reati inerenti il porto abusivo di armi.
Nel pomeriggio di ieri, quindi, i poliziotti della Divisione Anticrimine hanno rintracciato il giovane presso un albergo cittadino e lo hanno condotto in Questura anche per verificare la regolarità della sua posizione sul territorio nazionale. Da questi ulteriori accertamenti è emerso che l’extracomunitario stava soggiornando illegalmente in Italia. L’Ufficio Immigrazione della Questura ha quindi avviato il procedimento volto all’allontanamento dal territorio nazionale del cittadino albanese irregolare e ha provveduto a condurre lo stesso presso un Centro di Permanenza per il Rimpatrio, in attesa dell’esecuzione del provvedimento di espulsione.
La gravità dell’episodio verificatosi domenica e la necessità di dare un’immediata risposta alla cittadinanza, con azioni volte a ristabilire l’ordine e la sicurezza pubblica, sono gli elementi che hanno determinato l’emissione del divieto, nel solco dell’indirizzo fornito dalla Prefettura in merito alla sicurezza urbana e secondo la linea “tolleranza zero” tracciata dal Questore di Frosinone Domenico Condello.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.
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