Nella giornata di sabato 30 settembre, gli agenti del I Distretto “Trevi-Campo Marzio”, impiegati in abiti civili in un servizio antiborseggio, nel transitare su via delle Muratte hanno notato, nei pressi di un ristorante di zona, la presenza di due cittadini di presunta nazionalità serbo/croata, con un atteggiamento sospetto, vestiti in abiti eleganti e con una pochette al seguito.
Le truffe “RIP DEAL”
Poiché gli stessi operatori del Distretto hanno verificato che, in alcune circostanze, sono state realizzate truffe denominate “rip deal”, (truffe nelle quali alla vittima viene proposta un’operazione di cambio fraudolenta, in cui i truffatori promettono una certa cifra in una determinata valuta in cambio di una cifra in un’altra valuta, con il miraggio di un certo guadagno quale premio per l’intermediazione prestata), proprio da soggetti con lo stesso atteggiamento. I poliziotti hanno deciso quindi di effettuare un servizio di osservazione a distanza. Poco dopo hanno notato due persone straniere, un uomo ed una donna, che dopo essersi presentate ai due soggetti attenzionati, si sono accomodate al medesimo tavolo.
Gli agenti, al fine di seguire più da vicino l’incontro, fingendosi clienti del ristorante si sono seduti in un tavolo adiacente a quello dei due sospettati, constatando che il dialogo, in lingua inglese, era incentrato su una trattativa commerciale avente ad oggetto milioni di euro di “business” con espliciti riferimenti alle criptovalute.
Inoltre, uno dei due soggetti seduti al tavolo, di origine slava, è stato riconosciuto da un agente come uno dei due autori che, nel mese di settembre dello scorso anno, avevano perpetrato una truffa posta in essere con il medesimo modus operandi.
A quel punto i poliziotti, avendo fondato motivo di ritenere che fosse in corso un tentativo di truffa, hanno chiamato in supporto altro personale e bloccato i due truffatori.
Successivamente gli agenti hanno invitato le vittime a recarsi presso il Distretto di piazza del Collegio Romano per sporgere la relativa querela nei confronti degli autori della tentata truffa.
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In sede di denuncia si è appurato che le vittime erano due imprenditori originari della Lettonia contattati per l’acquisto di 26 case mobili, il cui valore complessivo ammontava a circa 2.200.000 euro.
Dopo aver stabilito il luogo dell’incontro, ovvero il ristorante sopracitato, le due vittime hanno appreso che i due uomini presenti non erano i veri compratori ma gli intermediari, che affermavano di voler pagare tutta la fornitura in anticipo in cambio di un tornaconto in loro favore, il “cash back”. Questa somma sarebbe dovuta essere corrisposta ai due intermediari in cripto valuta. Più precisamente questi ultimi avrebbero gonfiato la spesa facendo lievitare il prezzo d’acquisto ad euro 2.500.000 e la differenza, pari a circa 300.000 euro, l’avrebbero intascata loro in criptovaluta, attraverso un “wallet virtuale” (portafoglio virtuale).
Mentre l’affare era in fase di definizione in merito alle modalità di pagamento, gli operanti sono intervenuti, interrompendo tutto; a quel punto i due lettoni hanno capito di essere vittime di un tentativo di truffa.
I soggetti sono stati denunciati in stato di libertà. Sono stato sequestrati i telefoni cellulari e il veicolo utilizzato per raggiungere il ristorante, oltre ad orologi rolex di ingente valore e bracciali di dubbia provenienza.
Ad ogni modo gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
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