La Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, dott.ssa Monica Sansoni, si è costituita parte civile nel procedimento penale dinanzi al Tribunale di Tivoli che si è tenuto il 9 novembre nei confronti di una persona accusata di violenza sessuale aggravata e continuata, perpetrata contro due minori.
Tivoli, violenza sessuale su due minori: la Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio si costituisce parte civile. I dettagli
I minori gli erano stati affidati dai genitori e comunque in un contesto di relazione educativa in un campo scuola. Il soggetto avrebbe quindi abusato della sua qualitas e profittato della condizione di inferiorità fisica e psichica dei minori. L’evento ha destato non poco allarme sociale ed è stato ampiamente divulgato.
La Garante dell’Infanzia ed adolescenza della Regione Lazio è istituzione pubblica indipendente e di garanzia del Consiglio Regionale del Lazio ed è regolamentata dalla legge regionale n. 38 del 2002, Istituzione del garante dell’infanzia e dell’adolescenza, “…al fine di assicurare – recita l’articolo 1 della normativa – la piena attuazione dei diritti riconosciuti alle persone minori di età“.
In questo senso, ha le precipue funzioni di applicazione nel territorio regionale della Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, resa esecutiva con legge 27 maggio 1991, n. 176 (Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989) e, soprattutto, della Costituzione, che all’art. 31, c. 2 recita: “La Repubblica protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo“.
Sansoni si era già costituita parte civile in un procedimento penale dinanzi al Tribunale di Latina – uno dei primi precedenti in Italia – che vedeva imputata una docente che aveva ceduto sostanza stupefacente ad una studentessa minorenne, ottenendo la condanna dell’imputato anche al risarcimento del danno.
Infatti, l’Autorità garante persegue i fini istituzionali con le attività più varie e per il proprio sviluppo storico e l’attività concretamente svolta, specie dall’attuale Garante, dott.ssa Monica Sansoni, ha fatto proprie e concretizzate l’affermazione e la tutela dei diritti del fanciullo ed adolescente nel territorio di competenza negli ambiti più vari: nella diffusione, sensibilizzazione e formazione circa i diritti dell’infanzia ed adolescenza di studenti docenti e famiglie negli istituti scolastici del territorio regionale, ma anche a mezzo dell’istituzione a Latina – primo caso nel Lazio – del Centro Antiviolenza Minorenni (un secondo sportello è attivo a Fiumicino ed altri sono di imminente avvio) con servizio di accoglienza, orientamento, e sensibilizzazione per minorenni ed adolescenti vittime di reato, Centro attualmente in essere presso il Consultorio familiare della Diocesi di Latina.
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Nel procedimento penale di Tivoli si ipotizza che i diritti dei minori siano stati gravemente lesi, e con essi quelli dei genitori e delle famiglie, ma anche i diritti e le prerogative istituzionali della Garante che li attua e li afferma concretamente con l’attività istituzionale prevista: tale immedesimazione e coincidenza di diritti ed interessi ne legittima anche l’azione civile nel processo penale in questione.
Anzi si può dire che imponga all’Autorità garante di intervenire a tutela e presidio delle fondanti norme per l’infanzia e l’adolescenza: la tutela giurisdizionale in ambito penale e quale parte civile a tutela di interessi lesi e delle proprie prerogative istituzionali lese dai reati in questione costituisce infatti esemplare estrinsecazione dei fini istituzionali del Garante dell’Infanzia ed adolescenza.
La Garante, quindi, ha deciso di intervenire anche a Tivoli – con il patrocinio dell’avv. Pasquale Lattari – perché i reati ipotizzati violano i diritti fondamentali dei minori e quindi, in veste di istituzione che li afferma e tutela, meritevole di far parte del processo come parte civile, quale soggetto direttamente e immediatamente danneggiato dai reati contestati. L’azione è volta anche a sostenere e tutelare i minori e le loro famiglie e gli inquirenti che hanno perseguito tempestivamente ed efficacemente il rispetto delle norme infrante.
Foto di repertorio
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.
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