La Polizia di Stato – Questura di Latina, particolarmente attenta alle problematiche che afferiscono i soggetti più vulnerabili, nei giorni scorsi ha eseguito un’ordinanza di allontanamento dalla casa familiare, misura cautelare personale emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Cassino a carico di un uomo di sessantaquattro anni resosi responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e di lesioni personali.
L’uomo è stato indagato perché con comportamenti reiterati da lungo tempo maltrattava la coniuge con condotte offensive, minacciose e aggressioni fisiche, anche in presenza dei figli e dei nipoti minorenni.
L’ultimo episodio avveniva nel mese di agosto di quest’anno, quando l’uomo, brandendo un cacciavite, dapprima minacciava una nipotina in braccio alla madre e poi colpiva la coniuge intervenuta frapponendosi tra la bambina e l’aggressore, subendo colpi sulle braccia con lo strumento nonché calci e pugni, riportando lesioni giudicate guaribili in sette giorni.
Leggi anche: Operazione ‘Albachiara’ in provincia di Latina: fatture false per milioni di euro. Coinvolte 14 imprese e 18 persone
Il tempestivo intervento dei poliziotti del Commissariato di Formia ha interrotto i comportamenti violenti, consentendo alla donna di ricevere le cure del caso che, orami stremata dai continui soprusi, si determinava a formalizzare una querela.
Le conseguenti attività investigative, coordinate della Procura di Cassino, hanno consentito di raccogliere elementi certi che permettevano di ricostruire quanto accadeva da tempo in ambito familiare, mettendo in luce un clima di aggressioni verbali che si verificavano con cadenza quasi quotidiana nel corso di tutto il rapporto matrimoniale, anche nei confronti dei figli sui quali l’uomo riversava il suo disprezzo.
All’esito, la Procura della Repubblica avanzava richiesta al competente GIP di misura cautelare al fine di frenare gli episodi e di mettere in sicurezza il nucleo familiare, ordinanza alla quale il personale del Commissariato dava immediata esecuzione.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.
Foto di repertorio