Roma. Controlli amministrativi della Polizia di Stato nella capitale. Il Questore, in applicazione dell’articolo 100 del T.U.L.P.S., sospende la licenza di una sala VLT, di un esercizio commerciale di somministrazione di alimenti e bevande e di due strutture ricettive, rispettivamente in zona Porta Maggiore, Fidene e Viminale. Sempre in zona Viminale notificato l’ordine di cessazione immediata di un’attività abusiva di affittacamere.
I controlli amministrativi a tappeto, effettuati nei giorni scorsi, dai poliziotti dei Distretti e dei Commissariati della Capitale, hanno portato il Questore di Roma ad emettere quattro provvedimenti di sospensione della licenza in base all’articolo 100 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza, nei confronti di una sala VLT, di un esercizio commerciale di somministrazione di alimenti e bevande e di due strutture ricettive rispettivamente in zona Porta Maggiore, Fidene e Viminale.
Porta Maggiore
Nello specifico, gli agenti del Commissariato Porta Maggiore hanno notificato il provvedimento di sospensione della licenza, per la durata di 15 giorni, al legale rappresentante di una sala VLT della zona (P.le Prenestino) poiché, è stata accertato, in più occasioni, che l’attività commerciale era divenuta ritrovo di soggetti con pregiudizi di polizia, nonché teatro di gravi eventi criminosi avvenuti nel mese di febbraio e ottobre quando, all’interno dell’esercizio, sono stati arrestati, a seguito dell’esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare personale con la custodia in carcere, due cittadini di nazionalità extracomunitaria. Inoltre all’interno dell’esercizio commerciale sono avvenuti numerosi episodi di microcriminalità, tra cui rapine, risse e spaccio di sostanze stupefacenti, motivo per il quale è stato anche oggetto di segnalazioni da parte dei residenti e delle istituzioni di zona.
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Fidene
Gli agenti del III Distretto Fidene – Serpentara hanno invece provveduto a notificare il provvedimento di sospensione della licenza, per la durati di 15 giorni, al titolare di un esercizio commerciale di somministrazione di alimenti e bevande sito in Corso Sempione. L’adozione del provvedimento si è resa necessaria alla luce del fatto che l’attività costituisce un serio pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica dei cittadini e di coloro che gravitano intorno all’esercizio suddetto, spesso di giovanissima età, poiché è stata riscontrata la somministrazione di bevande alcoliche a due minori di 16 anni.
All’esito dell’istruttoria redatta dalla Divisione di Polizia Amministrativa il Questore, applicando l’articolo 100 del testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, ha disposto la sospensione di entrambe le attività per 15 giorni.
I provvedimenti sono stati notificati dagli agenti della Polizia di Stato che, come previsto dalla normativa, hanno affisso sulle porte delle strutture il cartello “Chiuso con provvedimento del Questore”.
Viminale
I poliziotti del commissariato Viminale hanno invece notificato ai titolari di due strutture ricettive della zona (via Milazzo e via Amendola) il provvedimento di sospensione della licenza per 5 giorni. Dai controlli effettuati in entrambe le strutture, è emerso che i titolari delle stesse non avevano provveduto a comunicare sul portale “Web Alloggiati” della Questura di Roma la presenza di alcune persone presenti all’interno, adempimento previsto dalla legge e necessario per garantire il controllo da parte dell’Autorità di Pubblica Sicurezza. Per tale violazione gli stessi sono stati deferiti anche all’A.G.
L’adozione dei provvedimenti di sospensione della licenza per 5 giorni, con conseguente chiusura delle attività, si è resa necessaria alla luce del fatto che entrambe le attività costituiscono un serio pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica dei cittadini.
Sempre gli agenti del commissariato Viminale hanno notificato a un cittadino romeno l’ordine di cessazione di un’attività extralberghiera abusiva tipo affittacamere.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.