Cos’è l’ecoansia
L’ecoansia (o ansia climatica) è una forma di stress psicologico causato dalla consapevolezza della crisi ambientale e del cambiamento climatico antropogenico. Si caratterizza per sentimenti di impotenza, rabbia, tristezza, paura e fatalismo rispetto al futuro del pianeta.
Le origini del fenomeno
Il termine “ecoansia” è stato coniato negli anni ’90, ma il fenomeno ha preso piede soprattutto tra i giovani nell’ultimo decennio, con la crescente attenzione mediatica verso i problemi ambientali. Studi dimostrano che oltre il 45% dei giovani prova ansia per il cambiamento climatico.
Impatti sulla salute mentale
L’ecoansia può causare o peggiorare diverse condizioni psicologiche: ansia generalizzata, attacchi di panico, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, insonnia. In casi estremi può portare all’apatia totale o a pensieri suicidi. Ad alcuni potrà sembrare strano ma non sono poche le persone che si rivolgono a uno psicologo per problemi di questo tipo, e il facile accesso online a psicologi magari specializzati proprio sull’argomento ha reso molto più comune la ricerca di un supporto professionale.
Perché colpisce soprattutto i giovani
I giovani sono più vulnerabili all’ecoansia perché saranno maggiormente colpiti dalle conseguenze del riscaldamento globale in futuro. Inoltre, la mancanza di un reale potere decisionale aumenta la loro frustrazione e il senso di impotenza.
Perché non va sottovalutata
Ignorare o reprimere questo disagio rischia di farlo cronicizzare. L’ecoansia va riconosciuta e affrontata attivamente, con l’aiuto di esperti se necessario. Lasciarla incancrenire può compromettere la qualità di vita.
Informarsi ma con moderazione
Essere informati sui problemi ambientali è importante, ma un eccesso di notizie negative può esacerbare l’ansia. Meglio informarsi da fonti credibili per un tempo limitato e bilanciare con attività positive.
Evitare catastrofismo e sensazionalismo
Il catastrofismo mediatico enfatizza gli scenari peggiori, mentre è importante mantenere un atteggiamento analitico e propositivo. Anche il sensazionalismo va evitato, per non correre il rischio di eco-burnout.
Agire nel proprio piccolo
Agire a livello individuale dà un senso di controllo e riduce la frustrazione dell’impotenza. Anche gesti piccoli ma costanti – riduzione di rifiuti e consumi energetici – hanno un impatto e aiutano la psiche.
Entrare in contatto con la natura
Trascorrere tempo immersi nella natura ha effetti benefici sull’umore e sulla salute mentale. Dedicare del tempo all’osservazione della bellezza naturale può ridimensionare l’ansia.
Circondarsi di persone positive
Dialogare e confrontarsi con amici, familiari e comunità che condividono le nostre preoccupazioni ambientali può farci sentire meno soli. Il supporto sociale è fondamentale. Tutti ricordiamo il video del pianto del ministro Pichetto Fratin durante la domande dell’attivista ambientalista afflitta da ecoansia: nel rispetto della commozione per entrambe le persone, sicuramente sincera e spontanea, si tratta di atteggiamenti estremi nei limiti del possibile da evitare.
Considerare l’attivismo come terapia
Impegnarsi attivamente in associazioni e gruppi ambientalisti, oltre a mitigare concretamente l’impatto ecologico negativo, ha anche un effetto “terapeutico” sull’individuo, contrastando l’apatia e la disperazione.
Accettare i propri limiti
Ricordare che non possiamo avere il controllo su tutto e non siamo responsabili da soli dei problemi globali. Concentrarsi su ciò che possiamo fare nel nostro piccolo senza farsi sopraffare.
Adottare uno stile di vita sano e sostenibile
Modificare abitudini e comportamenti in senso ecologico responsabilizza e migliora il benessere psicofisico. Alimentazione sana, attività fisica, contatto con la natura sono cruciali.
Guardare al futuro con fiducia
Coltivare un prudente ottimismo e una visione positiva del futuro è importante per il benessere mentale e per trovare la motivazione ad agire. I cambiamenti in meglio sono possibili.
L’ecoansia è un segnale che qualcosa deve cambiare nel nostro rapporto con l’ambiente. Affrontarla in modo costruttivo, senza negarla, può migliorare il benessere individuale e collettivo. Insieme possiamo costruire un futuro sostenibile.