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Ragazzo morto nel Cpr di Ponte Galeria, indagine per istigazione al suicidio

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spaccio a nettuno

Aveva 22 anni e si chiamava Ousmane Sylla il giovane che si è tolto la vita ieri nel Cpr di Ponte Galeria.

Ragazzo di 22 anni si toglie la vita nel Cpr di Ponte Galeria, indagine per istigazione al suicidio: aperto il fascicolo 

Stando a quanto riportato dall‘Ansa, la Procura di Roma ha avviato una indagine per istigazione al suicidio in relazione alla morte del giovane; il sostituto procuratore, che coordina il fascicolo, dovrà affidare l’incarico per l’esame autoptico sul corpo del 22enne.

Il giovane, che era arrivato nel Cpr dalla Sicilia da pochi giorni, si sarebbe tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo.

Gli inquirenti dovranno acquisire le telecamere di videosorveglianza del Centro; dovrà essere altresì preso in considerazione anche il messaggio lasciato dal ragazzo prima di uccidersi.

Il giovane, infatti, aveva scritto che avrebbe voluto che il suo corpo venisse riportato in Africa e che la sua anima potesse riposare in pace.

Disordini in struttura: diversi arresti

Dopo il rinvenimento del corpo del giovane, sono seguiti diversi disordini e, proprio in questo momento, le principali agenzie e testate giornalistiche nazionali riportano la notizia dell’arresto di quattordici persone che avrebbero preso parte alla rivolta di ieri pomeriggio, 4 febbraio.

Negli scontri erano rimasti feriti anche alcuni carabinieri e un militare dell’esercito.

Nel frattempo si riaccende il dibattito intorno alle strutture dei Cpr, ovvero i Centri di permanenza per il rimpatrio, dove vengono trattenuti tutti quei migranti che, sottoposti a ordine di espulsione, rimangono in attesa dell’identificazione e del successivo rimpatrio.

Potrebbero seguire aggiornamenti sulla vicenda.

Foto di repertorio


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.