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Ragazzo morto a Ponte Galeria: ma cosa sono i CPR?

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Il 4 febbraio scorso un ragazzo di 22 anni, Ousmane Sylla, si è tolto la vita all’interno del CPR di Ponte Galeria (Roma). Dal ritrovamento del suo corpo sono nati diversi disordini, che hanno portato poi all’arresto di ben 14 persone.

Domani, 7 febbraio 2024, è prevista una protesta a Roma, in piazza Santi Apostoli, alle 15:30: si chiederà, a gran voce, la chiusura dei CPR, di quello di Ponte Galeria e di tutte le medesime strutture presenti sul suolo nazionale.

La morte di Ousmane ha riacceso quindi il dibattito intorno ai CPR: ma propriamente, cosa sono questi CPR? Proviamo a capirci qualcosa di più.

Ragazzo morto nel CPR di Ponte Galeria riaccende il dibattito su tali strutture. Ma cosa sono i CPR?

L’acronimo CPR sta per Centro di Permanenza per il Rimpatrio ed è una struttura di detenzione amministrativa: questo significa che le persone all’interno del CPR non hanno commesso alcun reato. La gestione di tali strutture è affidata tramite appalti a cooperative private o società.

Ma allora chi viene trattenuto nei CPR? Tutti quei cittadini stranieri che vengono colti sul territorio nazionale senza un regolare permesso di soggiorno. La permanenza all’interno di queste strutture è stata aumentata a 18 mesi per tutti gli stranieri non richiedenti asilo. All’interno dei Cpr, quindi, il cittadino straniero viene trattenuto in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione non immediatamente eseguibili.

Tale trattenimento deve essere convalidato, di volta in volta, dal Giudice di Pace (il trattamento dei richiedenti asilo, invece, è di competenza del Giudice ordinario)

Attualmente, le strutture presenti in Italia dovrebbero essere una decina (quello di Torino risulta non operativo) ma non è sempre facile documentare le condizioni di vita all’interno dei CPR: si tratta infatti di luoghi presidiati, spesso isolati, dove non sarebbe permesso l’ingresso neanche alla stampa.

Gli episodi di autolesionismo, che sfociano anche poi in veri e propri gesti estremi, sarebbero all’ordine del giorno, come viene denunciato da numerose associazioni ormai da diverso tempo.

Inoltre, deve essere sottolineato un altro grande problema: non sempre, anzi quasi mai, il cittadino straniero può essere rimpatriato. Sono pochi, infatti, i Paesi che hanno preso accordi con l’Italia per tale problema. La percentuale quindi di persone realmente espulse e rimpatriate è veramente molto bassa.

Foto di repertorio raffigurante i disordini avvenuti a Ponte Galeria dopo la morte del 22enne