Cronaca

Roma, controlli sul servizio trasporto passeggeri: multe per oltre 4mila euro

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Proseguono i controlli della Polizia Locale di Roma Capitale sul rispetto delle regole da parte di chi svolge un servizio di trasporto passeggeri.

Controlli sul servizio trasporto passeggeri: in poche ore sorpreso tassista che rifiuta di far salire una disabile a bordo e conducente di un bus turistico che traporta bambini senza autorizzazioni. Sanzioni per oltre 4 mila euro

Oltre al potenziamento delle attività di vigilanza nei confronti di taxi e ncc, i caschi bianchi sono impegnati quotidianamente in verifiche nei confronti di bus turistici.

Nell’ambito di tali accertamenti, le pattuglie della Squadra Vetture del GPIT (Gruppo Pronto Intervento Traffico) hanno scoperto in poche ore alcune gravi irregolarità commesse da un tassista e da un conducente di un bus turistico.

Nella zona della Stazione Termini, gli agenti hanno individuato un tassista , che aveva rifiutato di far salire a bordo una persona con disabilità. Il conducente, 39enne italiano, era nello stallo taxi di via Marsala, quando ha accettato sulla vettura dei clienti arrivati in un secondo momento rispetto ad una donna di circa 80 anni, che era stata accompagnata sul posto con la carrozzina da un assistente della stazione. Nei confronti dell’uomo, sono state elevate sanzioni per un ammontare di oltre 600 euro.

Sempre una pattuglia della Squadra Vetture ha proceduto al fermo amministrativo di un bus turistico che trasportava bambini, condotto da un uomo italiano di 40 anni, risultato privo della CQC (Carta di qualificazione del conducente) e di qualsiasi rapporto di lavoro regolare con il proprietario del mezzo. Gli agenti hanno sanzionato il responsabile per più di 4mila euro e procederanno nei confronti della società proprietaria del veicolo, per l’inosservanza delle norme che regolano i rapporti di lavoro.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.