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Natale di Roma 2024: inaugurata la nuova illuminazione artistica della Villa di Massenzio

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Natale di Roma 2024 nuova illuminazione artistica Villa di Massenzio

Nell’ambito delle celebrazioni per il 2777° compleanno di Roma, è stato inaugurato il nuovo impianto di illuminazione artistica della Villa di Massenzio sull’Appia Antica, uno dei più importanti siti archeologici della città, alla presenza dell’assessore capitolino alla Cultura Miguel Gotor e del Sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce.

Natale di Roma 2024: inaugurata la nuova illuminazione artistica della Villa di Massenzio. Il nuovo impianto consentirà la fruizione dell’area archeologica anche in orario serale

I resti di alcuni luoghi simbolo della Roma antica come il Palazzo Imperiale, il Circo e il Mausoleo di Romolo, sono così ulteriormente valorizzati e il pubblico potrà, d’ora in poi, godere della loro bellezza anche di sera. I lavori, realizzati dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali grazie all’atto di mecenatismo della Lotus Production Srl S.U/Libra, sono partiti dalla manutenzione dell’impianto preesistente presso il mausoleo dinastico e all’interno della cripta funeraria, per arrivare alla creazione di una nuova illuminazione sul sentiero di accesso all’area archeologica, le torri dei carceres del Circo e sul fronte esterno del quadriportico che racchiude l’area del mausoleo.

Grazie a questo intervento, è ora possibile offrire ai cittadini l’opportunità di visitare il complesso monumentale a ingresso gratuito anche in orario serale. La Villa di Massenzio è uno degli otto musei gratuiti della rete Musei in Comune di Roma Capitale con servizi museali di Zètema Progetto Cultura, e solo nel 2023 ha registrato la presenza di oltre 61mila visitatori.

Per l’estate 2024 sono previste aperture straordinarie serali il sabato.

L’orario sarà prolungato anche in occasione delle domeniche gratuite (prima domenica del mese), con l’obiettivo di decongestionare i siti e i monumenti maggiormente affollati in queste occasioni, ampliando la frequentazione di questo settore della città ricco di monumenti archeologici.

In occasione di alcune di queste aperture serali saranno organizzati piccoli concerti, reading, conferenze e altri eventi di animazione.

Il sistema di illuminazione è solo l’ultimo di una serie di interventi che la Sovrintendenza Capitolina ha realizzato negli ultimi anni all’interno dell’imponente sito archeologico con l’obiettivo di potenziare i servizi, l’accessibilità e la conoscenza del territorio. Nel 2019 è stato eseguito il restauro conservativo dell’Arco dei Cenci con il conseguente recupero di spazi interni ed esterni, in uno dei quali è attualmente in corso di completamento l’allestimento di una piccola sala multimediale per l’accoglienza dei visitatori. Nel 2022 sono stati ampliati gli strumenti informativi con la creazione di pannelli tattili per non vedenti e ipovedenti che descrivono l’area e la Via Appia Antica.

Nel 2024, grazie al Programma “Caput Mundi – Next Generation EU” del PNRR, sarà avviato un importante intervento di restauro e recupero di strutture del complesso monumentale che consentirà di ampliare ulteriormente le aree visitabili, con l’area del Pulvinar, il palco imperiale dal quale l’Imperatore seguiva le corse e i giochi nel Circo. Questo settore sarà raggiungibile con un percorso privo di barriere architettoniche e adatto a tutti.

Sempre nel programma Caput Mundi è compreso un ulteriore progetto di valorizzazione dell’area Villa di Massenzio, che consentirà al pubblico, con l’ausilio di tecnologie digitali di nuova generazione, di ampliare o approfondire la propria conoscenza sugli spazi e di comprenderne estensione, storia e caratteristiche architettoniche.

STORIA DEL SITO

Il complesso massenziano, una delle aree archeologiche più suggestive della campagna romana, si estende tra il II ed il III miglio della via Appia Antica ed è costituito da tre edifici principali: il palazzo, il circo ed un mausoleo dinastico, progettati come una sola unità architettonica per celebrare l’imperatore Massenzio, lo sfortunato avversario di Costantino il Grande nella battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C.

Lo schema del circo abbinato al palazzo imperiale, già noto in altre residenze, è qui arricchito dalla presenza di un mausoleo dinastico, più noto come Tomba di Romolo, dal nome del giovanissimo figlio di Massenzio che fu qui quasi certamente sepolto.

Il circo, ancora ben conservato in tutte le sue componenti architettoniche, poteva ospitare oltre 10.000 spettatori e al suo centro era collocato l’Obelisco di Domiziano che secoli dopo sarà riutilizzato da Gian Lorenzo Bernini nella Fontana dei Fiumi.

Il nucleo centrale dell’intero complesso era il mausoleo dinastico. Il grandioso edificio, probabilmente a due piani, doveva avere l’aspetto di un piccolo Pantheon ed era circondato da un imponente quadriportico che lo metteva in comunicazione con il palazzo costruito sulla collina retrostante. Della sua costruzione originaria si conservano solo il basamento a pianta circolare e la cripta, con un grosso pilastro centrale e un corridoio anulare nei quali si aprivano le nicchie per la deposizione dei sarcofagi. Dal corridoio anulare è possibile entrare in un ampio vestibolo quadrangolare, che probabilmente serviva a raggiungere il piano superiore.

Si suppone che l’area, già parte integrante del Triopio di Erode Attico, fosse stata inglobata, come altre zone del suburbio, nel demanio imperiale. Con la sconfitta di Massenzio è verosimile che le costruzioni massenziane passassero alla Chiesa di Roma e che quindi, almeno a partire dal VI secolo, facessero parte del Patrimonium Appiae.

Per secoli le informazioni sull’area risultano lacunose e i monumenti suddivisi tra proprietari diversi. Nell’Ottocento tutto il complesso fu acquisito dai Torlonia, duchi di Bracciano. Nel 1825 il principe Giovanni Torlonia diede avvio, con l’aiuto dell’archeologo Antonio Nibby, alle campagne di scavo dell’area, trasferendo le numerose opere d’arte rinvenute nella collezione privata del palazzo di Borgo e trasformando la tenuta in azienda agricola, destinazione che perdurò fino al momento dell’esproprio avvenuto nel 1943.