Cronaca

Roma, due mandati di arresto europeo per furto e traffico di droga

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
Battistini, malmena un 69enne: arrestato un giovane

Gli investigatori della Polizia di Stato del Commissariato Ladispoli sono intervenuti in via Fiume, presso una struttura ricettiva, per la segnalazione della presenza di una donna, romena di 39 anni, colpita da un mandato di arresto europeo.

Roma, due mandati di arresto europeo per furto e traffico di droga

Gli agenti, una volta rintracciata la 39enne, l’hanno identificata e, a seguito di ulteriori accertamenti, hanno appurato che la stessa era gravata da un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità belghe, il 3 ottobre dello scorso anno, per il reato di furto aggravato, nonché da un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, dovendo espiare una pena residua complessiva di 1 anno, 1 mese e 28 giorni di reclusione per cumulo pene.

Grazie poi alla collaborazione dell’ufficio SIRENE, i poliziotti hanno notificato il provvedimento alla donna, che è stata poi arrestata ed associata alla casa circondariale di Civitavecchia.

Gli agenti del X Distretto Lido di Roma, invece, hanno rintracciato un 31enne, di origine albanese, presso un’altra struttura ricettiva sita in via di Malafede.

Gli investigatori, giunti sul posto, l’hanno identificato, accertando che lo stesso era colpito da un mandato di arresto europeo ai fini estradizionali emesso dalle autorità albanesi, dovendo espiare una pena residua complessiva di 3 anni, 11 mesi e 22 giorni di reclusione per il reato di produzione e traffico internazionale di stupefacenti.

Per tali motivi l’uomo, terminate le attività di rito, è stato tratto in arresto e associato presso la casa circondariale di Regina Coeli.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.