Cronaca

Ostia, tenta di rapinare un tassista armato di coltello: arrestato 27enne

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I Carabinieri della Stazione di Ostia hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo, 27enne cittadino italiano con precedenti, gravemente indiziato della tentata rapina ai danni di un conducente di taxi, avvenuta il 27 febbraio scorso.

Ostia, tenta di rapinare un tassista armato di coltello: arrestato 27enne

Le indagini dei Carabinieri sono partite dopo la denuncia del tassista che ha raccontato che in quella piovosa sera, l’uomo, nei pressi della Stazione Lido Centro di Ostia, aveva preso il suo taxi e una volta giunti a destinazione, rimasto seduto nella parte posteriore del mezzo, con il cappuccio della felpa calzato e armato di un coltello a lama seghettata, lo aveva minacciato, intimandogli di consegnare il denaro. Il conducente quindi riusciva immediatamente a spegnere il veicolo, divincolarsi e uscire dal mezzo, trovando riparo nella hall di un albergo vicino.

L’aggressore invece, tentava invano di darsi alla fuga con il mezzo e, non riuscendo, si allontanava a piedi facendo perdere le proprie tracce. Il tassista quindi riusciva a mettersi in contatto con i Carabinieri della Stazione di Ostia, formalizzando denuncia di quanto accaduto e consegnando i filmati della webcam nell’abitacolo che avevano ripreso la scena. Le rapide indagini dei militari hanno permesso in pochi giorni di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dell’uomo, identificato successivamente, grazie alla comparazione con le immagini estrapolate e con i segni particolari notati (tra cui i tatuaggi).

Un lavoro meticoloso che ha permesso di far coincidere i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo in ordine al compimento della tentata rapina aggravata dall’uso del coltello, rinvenuto addirittura ancora nella sua disponibilità. L’uomo è stato condotto presso il carcere di Roma Regina Coeli.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.