Cronaca

Abusivismo, degrado e illegalità: i controlli a Tor Bella Monaca

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I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca hanno eseguito un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e al contrasto di ogni forma di degrado, abusivismo e illegalità nelle aree a maggiore incidenza criminale.

I controlli a Tor Bella Monaca: ecco cosa emerge

L’attività, condivisa in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto Lamberto Giannini, rientra nell’ambito di una strategia predisposta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma.

Complessivamente sono state identificate 129 persone e eseguite verifiche su 88 veicoli.

In manette è finito un 20enne del Marocco sorpreso a cedere alcune dosi di cocaina ad un giovane in via San Biagio Platani. I Carabinieri hanno poi denunciato tre persone: un 63enne romano, fermato a bordo della sua autovettura e trovato in possesso di una pistola scacciacani con 22 cartucce a salve, di una mazza da baseball e di 60 coltelli di vario tipo e lunghezza, e due giovani trovati a bordo di un motoveicolo risultato essere provento di un furto, denunciato lo scorso 16 febbraio 2024.

I Carabinieri hanno anche segnalato tre giovani all’Ufficio Territoriale del Governo di Roma perché trovati in possesso di una modica quantità di marijuana e cocaina, per uso personale.

I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, unitamente a personale dell’ASL Roma2 hanno, infine, eseguito una serie di accertamenti presso diverse attività del quartiere.

Ad esito delle verifiche sono stati sanzionati i titolari di due bar e di un minimarket per carenze igienico-sanitarie. Al titolare del minimarket è stata anche notificata l’immediata sospensione dell’attività, fino alla regolarizzazione delle rilevanti carenze riscontrate.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.