Cronaca

Roma Termini. “È la collana di mio nonno” ed ingoia la refurtiva

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Roma Termini. "È la collana di mio nonno" ed ingoia la refurtiva

Brutta avventura questa mattina, 10 luglio 2024, per due turisti italiani appena scesi alla Stazione Termini.

La vicenda

Alle 08.30, appena usciti dallo scalo ferroviario uno dei due è stato accerchiato in via Gioberti da un gruppo di persone, tra i quali due giovani di 18 e 27 anni.

Dopo percosse e spintoni particolarmente violente da parte del secondo aggressore, uno di essi, è stato rapinato della propria catenina d’oro.

La scena non è passata inosservata ad una pattuglia del gruppo SPE (Sicurezza Pubblica Emergenziale) del Corpo di Polizia Locale Roma Capitale che, impiegata nei servizi si sicurezza all’Esquilino, ha provveduto a trarre in arresto i due rapinatori.

Nel corso delle operazioni che hanno visto opporre resistenza ai caschi bianchi intervenuti e richiedere l’l’intervento di altre pattuglie in ausilio, il maggiore dei rapinatori dopo aver invano provato a giustificare il possesso della catenina strappata come presunto regalo del nonno, l’ha ingoiata per non consegnarla agli agenti quale fonte di prova, non riuscendo ad ingoiare i ciondoli.

L’espediente non ha però avuto successo dal momento che l’autore del gesto si trova ora piantonato presso l’ospedale San Giovanni di Roma, in attesa del recupero dell’oggetto.

Cure mediche presso lo stesso nosocomio anche per l’aggredito. Per i due uomini di cui sono al vaglio eventuali precedenti specifici, si procederà per i delitti di rapina aggravata in concorso, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Sull’episodio è intervenuto il SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale) che, per voce del Segretario Romano, rende noto: “Episodi come quello di oggi, ormai quotidiani, testimoniano semmai ancora c’è ne fosse bisogno, come gli uomini e le donne delle Polizie Locali, costituiscano ormai presenza prevalente nei territori metropolitani. Torniamo a chiedere pertanto il pieno riconoscimento dello status di Forza di Polizia, sebbene ad ordinamento locale e le relative tutele e garanzie a tutto il personale“.


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.