Cronaca

Valmontone, aggredisce e minaccia di morte il figlio 23enne

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I Carabinieri della Stazione di Valmontone hanno arrestato un 52enne, poiché gravemente indiziato del reato di minacce e lesioni personali aggravate.

Valmontone, aggredisce e minaccia di morte il figlio 23enne: intervengono i Carabinieri

I Carabinieri sono intervenuti presso l’abitazione dell’uomo nel comune di Valmontone per una lite in famiglia. In particolare, il 52enne in preda ad uno stato di alterazione psicofisica, verosimilmente dovuta all’abuso di bevande alcoliche, ha aggredito il figlio convivente di 23 anni, colpendolo alla testa con una bottiglia di vetro e procurandogli lesioni giudicate guaribili in 15 giorni dall’Ospedale di Colleferro.

Dagli accertamenti effettuati dai militari sembra che non fosse la prima volta che l’uomo, per futili motivi, discutesse animatamente con il figlio.

L’uomo è stato arresto e trattenuto nelle camere di sicurezza della Compagnia di Colleferro ed al termine del rito direttissimo innanzi al Giudice del Tribunale di Velletri, l’arresto è stato convalidato e all’uomo è stata applicata la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare.

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Purtroppo non un fenomeno isolato. Quello delle liti violente tra le mura domestiche.

Sempre la scorsa settimana a Labico è stato arrestato un 24enne che per futili motivi ha aggredito i genitori, minacciandoli di spaccare tutti gli tutti gli oggetti/suppellettili presenti nell’abitazione.

L’operazione denota l’alta attenzione e la particolare sensibilità dei Carabinieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Velletri, nei confronti della tematica relativa alla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere e alla repressione di ogni forma di azione illecita in loro danno.

Foto di repertorio


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

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