Cronaca

Orrore a Roma, cane decapitato a Rocca Cencia

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cani

Orrore a Rocca Cencia: un cane è stato decapitato da un uomo di 40 anni, già identificato e arrestato.

La terribile storia è stata raccontate da Patrizia Prestipino, Garante per il benessere e la tutela degli animali di Roma Capitale, tramite una nota stampa.

Orrore a Roma, cane decapitato a Rocca Cencia: arrestato un 40enne

“Arriva purtroppo l’ennesima notizia di un episodio di violenza raccapricciante ai danni di un animale avvenuto nel territorio di Roma. Questa volta la vittima è un cane, a cui un uomo in via di Rocca Cencia, è impensabile anche solo a scriverlo, ha tagliato la testa. Dopo il gattino Caracas legato ai binari del treno e lasciato morire travolto, i gattini trafitti da frecce a Fonte Nuova, il cane Giorgio accoltellato e gettato in un fosso a Ponte Galeria, ancora una volta la violenza si scatena nei confronti di esseri senzienti, e indifesi, come sono gli animali, a riprova di una crudeltà e di una vigliaccheria che lascia sgomenti”.

Lo afferma Patrizia Prestipino, Garante per il benessere e la tutela degli animali di Roma Capitale.

“Come ho già fatto per gli altri episodi, anche in questo caso in qualità di Garante, chiedo al Sindaco di costituire il Comune parte civile nel processo che si celebrerà contro l’uomo che ha compiuto un gesto tanto orribile, un 40enne già identificato e arrestato.

Per questo ringrazio le Forze dell’ordine e in particolare il poliziotto rimasto ferito nella colluttazione con l’aggressore. A lui i miei più cari auguri di una guarigione rapida e l’invito a conoscerlo, se vorrà, per ringraziarlo di persona del coraggio dimostrato. E infine grazie a quanti, di fronte a un’atrocità come quella che si è consumata ieri a Rocca Cencia, senza paura hanno chiesto aiuto alle Forze dell’ordine facendo il possibile per non lasciare solo un animale indifeso.

Va detto con forza che questi episodi parlano chiaro: non c’è più tempo da perdere, è necessario e urgente inasprire le pene nei confronti di chi perpetra questi atti indicibili, che colpiscono profondamente la sensibilità di una fascia sempre più ampia di popolazione attenta al benessere e ai diritti degli animali. Un obiettivo per il quale mi sono impegnata con forza, e continuerò a fare, anche in Parlamento”.

Foto di repertorio


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.