Cronaca

Controlli nella periferia est della Capitale: ecco cosa emerge 

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I Carabinieri della Stazione Roma Alessandrina, con il supporto di altre pattuglie della Compagnia Roma Casilina, hanno effettuato un servizio coordinato di controllo del territorio nei quartieri Alessandrino, Casilino e Torre Maura, finalizzato alla prevenzione e alla repressione della criminalità diffusa nelle aree urbane di periferia, in linea con l’azione fortemente voluta dal Prefetto di Roma Lamberto Giannini in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

I controlli nella periferia est della Capitale: ecco cosa emerge

Nel corso dei controlli, i Carabinieri hanno denunciato 6 persone: un 22enne romano che, a seguito della perquisizione personale e domiciliare, è stato trovato in possesso di 3 dosi di hashish, del peso di circa 4 g e della somma contante di 30 euro, ritenuta provento dell’illecita attività; un 41enne polacco, e due 40enni romani, tutti già noti, che a seguito di un controllo e della perquisizione domiciliare, sono stati trovati in possesso di 21 grammi di sostanza da taglio tipo mannitolo e ulteriore materiale per il confezionamento della droga; un 40enne romano, che a seguito di un controllo è stato trovato in possesso di un casco da motocicletta risultato rubato; un 75enne, con precedenti, sorpreso fuori dalla propria abitazione in violazione della misura degli arresti domiciliari cui era sottoposto.

I Carabinieri hanno poi sanzionato e segnalato alla Prefettura 2 giovani trovati in possesso di modiche quantità di hashish e crack, per uso personale.

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Elevate 5 sanzioni al Codice della Strada per mancata copertura assicurativa e mancanza dei previsti documenti di circolazione per un importo totale di 2045 euro. Il veicolo sprovvisto di assicurazione è stato sequestrato.

Complessivamente nel corso delle attività di controllo, i Carabinieri hanno identificato 96 persone e controllato 47 veicoli.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.