Roma, ennesimo caso di suicidio in carcere: il fatto viene denunciato dalla Cgil FP Polizia Penitenziaria, di cui riportiamo il comunicato stampa.
Il comunicato stampa
Ancora un suicidio per impiccagione all’ interno del carcere di Regina Coeli, il terzo da inizio dell’anno, sempre nella VII sezione.
A togliersi la vita, nella propria cella alle ore 6:45, un detenuto italiano di 50 anni in custodia cautelare dal 25 agosto scorso, per il reato di maltrattamenti in famiglia; vani sono stati i tentativi di soccorso.
Inascoltate le segnalazioni della Polizia Penitenziaria , dopo il trascorrere dei mesi estivi in cui si sono registrate numerose proteste e rivolte all’ interno della casa circondariale, devastando la struttura, assistiamo oggi a questa ennesima vita spezzata.
72 in totale dall’inizio dell’anno.
Se non si registra un cambio di rotta la situazione è destinata al collasso, come già evidenziato nelle note precedenti; l’ istituto, infatti, ospita 1150 detenuti a fronte di una capienza di 630 posti con un tasso di sovraffollamento che superano il 150%, mentre mancano più di 200 unità di Polizia Penitenziaria.
Tra le priorità andrebbe rivisto il circuito della VII sezione destinata oggi, a ubicazione “promiscua”, Nuovi Giunti, isolamento sia disciplinare che sanitario.
La polizia penitenziaria tutti i giorni lavora in condizioni di precarietà, non potendo garantire le basi principali del servizio di istituto. Le condizioni lavorative sono ai livelli minimi storici , negli ultimi anni la sicurezza del’istituto ha avuto una mole di lavoro così elevata e rischiosa, dato gli eventi critici quotidiani che rischia di collassare.
Con le nuove leve, speriamo si affievolisca l’emergenza e che i baschi azzurri possano ricostruire e pianeggiare gli ammanchi, sembra ancora un’utopia.
Foto di repertorio