Cronaca

Gravi carenze igienico-sanitarie in una pizzeria, una macelleria e un ristorante di Velletri

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Lo scorso pomeriggio, i Carabinieri della Compagnia di Velletri hanno eseguito, unitamente ai colleghi del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Roma, un servizio coordinato finalizzato principalmente al controllo degli esercizi commerciali di lavorazione, rivendita e somministrazione di alimenti.

Gravi carenze igienico-sanitarie in una pizzeria, una macelleria e un ristorante di Velletri: ecco cosa emerge dai controlli

Il dispositivo messo in campo ha permesso di controllare 25 persone, 3 veicoli, 3 esercizi commerciali e 6 soggetti sottoposti agli arresti domiciliari.

Nel corso del servizio sono stati ispezionati un ristorante, una pizzeria a taglio ed una macelleria dove, in tutti e tre i casi, i Carabinieri del N.A.S. hanno rilevato carenze dal punto di vista igienico-sanitario ed il mancato rispetto delle procedure di autocontrollo HACCP, pertanto sono state comminate sanzioni amministrative dell’importo complessivo di 3.000 euro a ciascuna delle tre attività. In un caso, dove le carenze igienico-sanitarie sono state ritenute di maggiore gravità, è stata imposta la chiusura dell’attività, che potrà riprendere solo dopo un successivo controllo del Nucleo Antisofisticazione e Sanità, richiesto a cura del titolare una volta completate le operazioni di pulizia dei locali.

Inoltre, in aggiunta al controllo in materia di tutela della salute, i Carabinieri della Compagnia di Velletri hanno proceduto anche alla verifica di eventuali posizioni di lavoratori irregolari riscontrando, in una delle attività, la presenza di un lavoratore privo di regolare contratto di assunzione – aspetto segnalato al Nucleo Ispettorato del Lavoro di Roma che provvederà a valutare l’entità delle eventuali violazioni e delle connesse sanzioni amministrative.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.